Dizionario Arte

Gallizio, Pinot

Pittore italiano. Laureato in farmacia a Torino, si avvicinò all’arte tra il 1952 e il 1955, quando conobbe Piero Simondo e Asger Jorn, con i quali fondò ad Albisola nel 1955 il Laboratorio sperimentale per un Bauhaus immaginista. Nel 1956 entrarono in contatto con il laboratorio Guy Debord e gli esponenti dell’Internazionale lettrista, in una rete di contatti che portò alla nascita dell’Internazionale situazionista (1957). Nel frattempo, Gallizio aveva sviluppato un’estetica della pittura industriale venduta al metro a partire da lunghi rotoli di tela, secondo i dettami di Michele Bernstein. La sua permanenza nel gruppo situazionista si interruppe bruscamente nel 1960, e con essa cessò la fase gestuale e materica dell’arte di Gallizio. Iniziò, invece un periodo in cui convivevano suggestioni favolistiche, ben esemplificate dalla serie La Gibigianna, e un gusto per la geometria, intesa come principio creativo inesauribile, come nel ciclo Storia di ipotenusa. Tale vena automatista si concretizzò in una nuova fase informale a partire dal 1962. I suoi ultimi due anni di vita videro una produzione all’insegna di un pessimismo inquieto, prima con l’utilizzo insistito di segni a spirale isolati in un vuoto quasi metafisico, quindi con l’espediente di coprire oggetti di recupero e parti dipinte con assemblaggi di cellofan scuro, come un’ombra. Nascita: Alba 1902; Morte: Alba 1964

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