mam-e GAUDì PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DELL'UNESCO barcelona
Arte,  Architettura

Gaudì patrimonio dell’umanità dell’Unesco

Architetto fecondo, modernista e personalità di spicco della Catalogna. Antoni Gaudì morì oggi, 10 giugno. Per commemorare la vita di questo grande uomo ecco una biografia dettagliata.

Gaudì, nato Antoni Gaudí i Cornet, Fu il massimo esponente del modernismo catalano, pur essendo la personalità meno organica di tale movimento. Perché cercherà sempre di ampliare le tematiche tipiche del movimento artistico con una ispirazione personale, basata principalmente su forme naturali.

È un vero e proprio patrimonio dell’umanità. Poiché sette delle sue opere sono state inserite nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO nel 1984.

Nacque a Reus, 25 giugno 1852 e morì a Barcellona il 10 giugno 1926.

La formazione

Gaudì fu il quinto figlio del calderaio Francesc Gaudí i Serra e di Antònia Cornet i Bertran. La famiglia di Gaudì non era affatto ricca e fin dalla più tenera età conobbe il dolore della perdita di un proprio caro. Infatti perse la madre, un fratello e una sorella.

Inoltre il giovane architetto soffrì di forti dolori reumatici. Per cercare di superare questi dolori fu costretto a praticare la dieta dell’abate Kneipp, la quale prevedeva un frugale regime di vita, cure omeopatiche, diete vegetariane e altre restrizioni che quasi lo costrinsero all’isolamento più totale.

Sin da giovane manifestò un sincero amore per la sua terra natale, il Campo di Tarragona. Questo amore sfocerà poi in alcune delle sue creazioni più spettacolari.

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Foto che ritrae l’architetto catalano Gaudì

Durante gli anni passati alla scuola di architettura ebbe l’opportunità di conoscerne le nozioni di base, ma il conseguimento del diploma fu un percorso lungo. Infatti ci riuscì solo otto anni dopo a causa del servizio militare e una serie di tirocini.

D’altronde lo stesso Gaudí era un uomo che faticava ad arginare la sua insofferenza verso i rigidi accademismi. Nonostante il percorso sia stato lungo e tortuoso i suoi studi si conclusero egregiamente.

Dopo il diploma

Dopo il diploma Gaudì poté finalmente aprirsi a un’architettura agitata, dall’assenza di norme e formule precise.

Ma poté anche lasciarsi alle spalle l’ascetismo quasi monastico della sua infanzia travagliata. Infatti arrivò anche a esibirsi su alcuni palcoscenici di Barcellona con atteggiamenti e con modi da dandy.

Si dedicò al lavoro con grande rigore. E il primo incarico fu relativo alla progettazione di alcuni lampioni per la Plaça Reial di Barcellona.

Il 1878 fu un anno davvero importante perché incontrò l’industriale Eusebi Güell alla Exposition Universelle di Parigi. Güell fu il primo e il più importante mecenate dell’architetto.

La Sagrada Família

L’ala protettiva di Güell permise a Gaudí di creare diverse strutture. Tutte divennero celebri, ne sono un esempio i Padiglioni Güell, il Palau Güell e il Parco Güell. Quest’ultimo è un progetto in cui natura, scultura ed architettura si confondono con grande maestria, grazie all’uso dei materiali.

Gaudì amò sperimentare e questa sua costante ricerca lo portò a provare diversi stili. Si possono ricordare i periodi moreschi, gotici, per poi approdare definitivamente a uno stile proprio.

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Facciata del Palazzo Guell, realizzata da Gaudì

La svolta si avrà nel 1883, quando ricevette il mandato per la costruzione di una chiesa. In realtà avrebbe dovuto completare una chiesa iniziata da un architetto di nome Francisco de Paula del Villar y Lozano, cioè la Basílica i Temple Expiatori de la Sagrada Família.

Fu il suo progetto più importante e quello che lo impegnò fino alla morte. Ma anche quello che divenne l’esempio dell’associazione tra arte, architettura e vita, che caratterizza l’intensa opera di Gaudí.

La Sagrada Família fu un vero e proprio spartiacque esistenziale nella vita dell’architetto tanto che si ritirò completamente dalla vita pubblica per tornare a uno stile di vita frugale, quasi ascetico.

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L’opera che fu più totalizzante per la via di Gaudì fu la Sagrada Famìlia

La morte

La morte dell’architetto fu davvero drammatica. La sera del 7 giugno 1926 si stava recando presso la chiesa di San Filippo Neri per pregare fu travolto da un tram di passaggio che lo lasciò tramortito sul selciato. Purtroppo nessuno lo riconobbe e a causa anche del suo aspetto modesto alcuni tassisti si rifiutarono persino di condurlo in un ospedale, perché pensavano fosse un senzatetto. Alla fine alcuni passanti lo trasportarono presso una clinica locale. Qui fu ricoverato nel reparto dei poveri.

La mattina del 10 giugno, dopo tre giorni di agonia, Gaudí morì. La morte di Antoni Gaudí fu accolta dalla popolazione spagnola come una terribile calamità.

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