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Germania: polemica su Schröder e la sua controversa amicizia con Putin in tempi di guerra

Schröder da sempre al fianco della Russia di Putin

Gerhard Schröder, ex cancelliere tedesco in carica dal 1998 al 2005, è in questi giorni al centro di forti critiche per i suoi rapporti controversi con Putin e la Russia. L’amicizia con il presidente russo è nota da tempo, ma intorno ad essa si è concentrato in modo particolare il dibattito pubblico da due mesi a questa parte con lo scoppio del conflitto. Un rapporto che Schröder, capo del consiglio di sorveglianza del Nord Stream 2, continua a non rinnegare.

In una lunga intervista pubblicata dal New York Times lo scorso 23 aprile, l’ex cancelliere ha ribadito la sua vicinanza alla Russia. Inoltre, ha ripreso alcune tesi della propaganda di Putin riguardanti l’andamento della guerra, tra cui la responsabilità russa nella strage di Bucha.

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La vicinanza di Schröder al governo di Putin

Nell’intervista per il quotidiano americano, Schröder ha contestato con forza l’accusa ai soldati russi di aver provocato il massacro di Bucha. “La cosa va indagata – ha sottolineato – e non credo che l’ordine sia venuto da Putin, ma da un livello più basso”. Inoltre, secondo l’ex cancelliere “non si può isolare a lungo termine un Paese come la Russia, né politicamente né economicamente”. Dichiarazioni che, insomma, destano non pochi sospetti.

Schröder non ha di fatto dato alcuna risposta definitiva né in merito a Bucha né all’avvelenamento del dissidente russo Alexei Navalny, compiuto nel 2020 dai servizi segreti di Putin. Su entrambe le questioni ha infatti ribadito che non sono stati mai trovati i responsabili.

“Quello che posso dirvi è che Putin è interessato a porre fine alla guerra, ma non è così facile. Ci sono dei punti che vanno chiariti”, ma non specifica quali. Schröder continua a non ammettere alcun tipo di errore nella sua politica verso Mosca, quella che ha gettato le basi di una sempre maggiore dipendenza della Germania dalle forniture russe di gas e petrolio, in particolare con i due progetti di Nord Stream 1 e 2. “Ora all’improvviso fanno tutti i saputelli – ha detto – ma è stata una linea sostenuta da tutti negli ultimi 30 anni”.

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Schröder criticato dal partito per la sua posizione pro Putin

Come ha sempre fatto in questi anni, dunque, Schröder continua a non prendere le distanze dal governo russo, nonostante la politica sempre più aggressiva portata avanti da Vladimir Putin. Ancora oggi, ritiene che “fare dei mea culpa non mi si addice” e in generale pensa di aver sempre messo al primo posto gli interessi della Germania.

Secondo il NYT, Schröder guadagna 250mila euro all’anno come presidente di Nord Stream. Ma se ne aggiungono 550mila come membro del cda di Rosneft, principale compagnia petrolifera russa. Non solo, lo scorso febbraio anche Gazprom, principale società russa che si occupa di gas naturale, gli ha chiesto di far parte del suo consiglio di amministrazione.

Nel frattempo, le sue parole non sono piaciute alla base del Partito Socialdemocratico cui appartiene. Sarebbero arrivate 14 richieste di espulsione dalla Spd e molte altre anche da associazioni regionali tedesche. Saska Esken, co-segretaria del partito, avrebbe chiesto a Schröder di lasciare il partito “per salvare la sua reputazione di cancelliere di successo, ma purtroppo non ha seguito il consiglio”.

Inoltre, i Verdi e i liberali dell’FDP, che con il Partito Socialdemocratico formano la maggioranza, hanno accusato Schröder di avere usato la propria influenza su Scholz e il partito per rallentare l’invio di armi all’Ucraina. Si tratta di un tema che viene discusso da settimane all’interno del governo tedesco, ma senza mai trovare una soluzione.

 

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Editor: Susanna Bosio

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