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Spettacolo,  Musica

GHALI A SANREMO: RITRATTO D’ARTISTA

Ghali tra i super-ospiti di Sanremo 2020. Chi è il rapper milanese campione di visualizzazioni

Ghali è uno dei super-ospiti del Festival di Sanremo 2020. All’Ariston, venerdì 7 febbraio (clicca qui per ulteriori informazioni sulla serata), presenterà un medley dei suoi successi e il nuovo singolo tratto dal suo nuovo album intitolato DNA. Il suo ultimo singolo, Boogeyman (in featuring con Salmo) è il brano più ascoltato del momento.

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La copertina del nuovo album di Ghali, DNA.

Assieme a Dua Lipa, è sicuramente un ospite non convenzionale per il pubblico dell’Ariston. La cantante e modella britannica di origine kosovare è un personaggio di grande successo, già vincitrice di ben due Grammy Awards nel 2019. Di lei ne abbiamo già scritto molte volte: per la sua collaborazione con Jaguar nel 2018 ad esempio, o per la campagna autunno inverno di Patrizia Pepe, nel 2017.

Chi è invece Ghali, il super-ospite di questo Sanremo, il rapper che gode di un eclatante successo tra i giovani italiani?

Ghali super-ospite Sanremo 2020: ritratto d’artista

Ghali

Ghali è il nome d’arte di Ghali Amdouni, rapper italiano, classe 1993.

Nasce a Milano da genitori tunisini e cresce nella periferia milanese di Baggio. Il suo nome ha cominciato a farsi strada nella scena rap milanese ed italiana negli ultimi anni, fino a portarlo al successo di cui gode attualmente. Ha dichiarato che i cantanti che hanno avuto una forte influenza sul suo stile musicale sono stati Stromae e Michael Jackson.

L’esordio in breve: il fenomeno Ghali

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Ghali sulla copertina della nota rivista Rolling Stones nel 2018.

Dal primo singolo di debutto col nome d’arte Ghali ne ha fatta di strada. Era il 2016 e pubblicava Ninna nanna, un singolo dal flow (come si dice in gergo) un po’ acerbo, ma per niente banale. Al netto dei cliché del genere, lo scenario di riferimento dell’artista è chiaro: l’infanzia, la periferia, la voglia di rivincità, la città: Milano varia e confusa, realtà frammentata e discontinua.

Passando per Pizza Kebab, nel 2017 si arriva ad Happy Days, e qui lo stile Ghali è molto più netto. La strada è segnata: i cascami della periferia si mescolano alle frasi fatte, alle citazioni colte (o finte tali?). San Siro e la Monna Lisa, le notti narcotizzate alla play-station e la scuola, i film di Tarantino e il Mc Drive, Just Eat e Brandon Lee: tutto macerato nel flow irriverente del pezzo, riassunto nell’inciso ironico e nostalgico: “uuu Happy Days”.

Cara Italia

Con il singolo Cara Italia però Ghali fa il salto in avanti. Siamo nel 2018 e il video YouTube, dal sapore ricercatamente autobiografico, riceve più di 115 milioni di visualizzazioni. Ma non è questo il punto.

Il punto è che con Cara Italia Ghali ci regala un singolo molto orecchiabile, ballabile se si vuole, musicalmente vario, intelligente e non privo di una vena intimistica.

Il testo

Sin dall’inizio l’irriverenza e la potenza del testo è chiara.

L’irriverenza è semplice e spontanea: un ragazzo metà italiano, metà tunisino vede una ragazza di Portorico e la desidera, sua mamma lo mette in guardia, perché per le mamme i figli sono sempre troppo piccoli, ma l’istino è chiaro. Ed ecco che l’irriverenza si colora di critica: “se succede per Trump è un casino”.

E da qui si scivola sulla politica e la canzone si autodenuncia come una critica alla xenofobia, come il racconto di una minoranza, senza perdere il suo linguaggio, la sua leggerezza, la sua originalità. L’Italia diventa la protagonista dell’affettuoso dialogo (t.v.b. cara Italia): la dolce metà (si ricorderà l’intro: metà italiano, metà tunisino).

Tutto ciò mettendo insieme, come Ghali ci ha abituato, innumerevoli frammenti di un linguaggio unico e originale, che riesce a far coesistere sullo stesso piano Giorgio Gaber e Instagram; Whatsapp, la Darsena, Harry Potter e le hit latino-americane.

La domanda dunque ora sarebbe la seguente: a noi di tutto ciò che ce n’è importa? Potenzialmente poco o nulla.

Prendiamo però atto che Ghali ci regala finalmente uno stile e un punto di vista, nel senso letterale, materiale e geografico di un punto ben preciso di osservazione della realtà. E questa realtà riesce a raccontarla benissimo. Ci piaccia o no, di questi tempi non è poco.

7 febbraio 2020

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