Dizionario Opera

Gianni di Parigi

Per il Gianni di Parigi Donizetti utilizzò il libretto che Felice Romani aveva scritto per l’opera omonima di Morlacchi, andata in scena alla Scala nel 1818. Il tema deriva dal Jean de Paris di Claude Godard d’Aucourt de Saint-Just rappresentato a Parigi nel 1812 con la musica di François-Adrien Boïeldieu. Le differenze fra l’originale di Romani e il testo definitivo sono, presumibilmente, di mano dello stesso compositore. Secondo gli studi del musicologo Anders Wiklund, Donizetti compose Gianni di Parigi tra il 1828 e il ’30 per uno dei teatri napoletani, dove però non andò mai in scena. Tornato nel 1831 a Napoli, dopo il trionfo di Anna Bolena , Donizetti rivide la partitura del Gianni di Parigi eliminando la sinfonia, la tarantella, e riscrivendo la parte del protagonista, adattandola alle straordinarie capacità di Rubini, e a lui dedicò l’opera con la speranza che la eseguisse a Parigi. Con grande delusione di Donizetti, Rubini non approfittò di questo omaggio, – ma singolarmente cantò quello di Morlacchi nel 1820 al Teatro San Carlo – e non rispose neanche all’autore. Due sono i possibili motivi del gesto: i parigini erano da tempo abituati all’opera di Boïeldieu, e la carriera di Rubini, ormai, ruotava principalmente intorno alle figure di eroi sfortunati come Gualtiero del Pirata o Percy di Anna Bolena , ben diversi da quelli ormai fuori moda come Gianni. Non si può escludere che Rubini, memore dello scarso successo del Gianni di Calais (1828), ruolo simile al Gianni di Parigi , cantato nel 1833 al Théâtre Italien con scarso successo, non volesse ripetere l’esperienza.

Il delfino di Francia è promesso sposo alla principessa di Navarra, ma prima di impegnarsi vuole conoscerla. Si reca, fingendosi un ricco borghese, in una locanda di posta dove è attesa la principessa. Pagando lautamente, affitta tutte le stanze già prenotate dalla principessa, e allo stesso modo si appropria di tutte le vivande. Giunta la principessa, Gianni le offre alloggio e pranzo. Il gran siniscalco ne è indignato, la principessa pare divertita: ha capito che il ricco parigino è il suo promesso sposo, e così sta al gioco. Tra i due fiorisce l’amore e la decisione di sposarsi.

La prima rappresentazione andò in scena alla Scala, senza il consenso di Donizetti e solo per sette sere con inserimento di ‘arie di baule’, con cambiamenti nelle due arie del soprano, e nella seconda del tenore. L’unico autoimprestito è il rondò della principessa “Fausto sempre splenda il sole” che proviene dall’atto unico Francesca di Foix (1831), adattando le parole della cabaletta, in luogo dell’originale “Tutto vorrei presente”. La musica è ricca di pregi, di trovate ed è di ottima fattura. Nel primo atto prevale il tono comico, ad esempio nelle battute tra Gianni e l’oste, e nell’atteggiamento divertito della principessa il ritmo incalzante. L’apice della comicità si tocca, nel secondo atto, col duetto dei due bassi, “Eccellenza se sapesse” tra il gran siniscalco e Pedrigo, che nulla ha da invidiare, per vivacità, ritmo e felicità del testo a “Un segreto d’importanza” dalla Cenerentola di Rossini. Dall’aria di Gianni “Il mio destin dipende” in poi si cambia clima, per trascolorare verso un’atmosfera più idilliaca, proseguendo col duetto fra i due giovani “Ah, nulla di più perfetto”, per concludere con i fuochi d’artificio della principessa nel rondò “Tutto vorrei presente”, una delle arie più virtuosistiche scritte da Donizetti. Infine la cabaletta di Gianni “Tutto qui spiri”, trasportata in altra tonalità, diverrà “Un fuoco insolito” e troverà sistemazione nel Don Pasquale .

Type:

Melodramma in due atti

Author:

Gaetano Donizetti (1797-1848)

Subject:

libretto di Felice Romani

First:

Milano, Teatro alla Scala, 10 settembre 1839

Cast:

la principessa di Navarra (S); il gran siniscalco della principessa (B); Gianni di Parigi (T); Oliviero, paggio (A); Pedrigo, locandiere (B); Lorezza, sua figlia (Ms); seguito della principessa e di Gianni, camerieri e cameriere della locanda, villani e v

Signature:

l.ge.

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