Giappone nucleare
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Giappone, sì all’uso del nucleare per ridurre la dipendenza dalla Russia

Il Giappone riattiverà le centrali nucleari per ridurre la dipendenza dal gas russo

Il primo ministro del Giappone Fumio Kishida giovedì a Londra ha affermato che il programma nucleare sarà cruciale per ridurre la dipendenza energetica dalla Russia. “Utilizzeremo i reattori nucleari con garanzie di sicurezza per contribuire alla riduzione mondiale della dipendenza dall’energia russa”, ha detto il premier.

Giappone, nucleare e gas

Il premier ha affermato che le regolamentazioni in essere sulla sicurezza nucleare, imposte dopo il disastro di Fukushima del 2011, dovranno essere più efficaci per aiutare il processo di riavvio dei reattori inattivi. L’11 marzo del 2011 un terremoto e un maremoto causarono il meltdown completo di tre reattori che devastò l’intera regione. Ci furono 180 mila sfollati, 1 morto a causa delle radiazioni e decine di feriti. Il disastro di Fukushima è il peggior incidente nucleare dai tempi di Chernobyl.

Come riporta il New York Times, “per la prima volta dalla catastrofe di Fukushima, una piccola maggioranza del pubblico giapponese ha espresso sostegno per riattivare gli impianti, indicando una crescente consapevolezza che la terza economia più grande del mondo potrebbe lottare per mantenere le luci accese mentre si confronta con i propri risorse energetiche limitate in un periodo di sconvolgimento geopolitico”. La riapertura delle centrali nucleari fa parte del programma di Kishida in vista delle elezioni di luglio.

La sfida che il Giappone deve affrontare è duplice. Da una parte deve giocare una partita geopolitica con la Russia, dall’altra deve combattere contro il rincaro dell’energia. Infatti, il Giappone sta affrontando una crisi energetica che ha portato i prezzi del gas naturale liquefatto  (LNG, dall’inglese liquefied natural gas) e del carbone a livelli record. Il Paese del Sol Levante importa quasi tutto il suo fabbisogno energetico e di carburante e la recente guerra in Ucraina ha alimentato l’inflazione.

Il piano di riapertura

Dei 60 reattori nucleari che erano operativi in Giappone prima di Fukushima, 24 sono stati dismessi e solo 5 sono in funzione. Altri 5 sono stati autorizzati a ripartire ma sono in attesa dei controlli di routine e 3 sono in costruzione.

La roadmap tracciata dal premier Kishida prevede la neutralità carbonica entro il 2050 e la riduzione del 46% dell’emissione dei gas serra entro il 2030. Per raggiunger questi obbiettivi il piano di investimenti prevede di raccogliere 150 trilioni di yen (1,09 trilioni di euro) nel prossimo decennio.

Attualmente, l’energia nucleare contribuisce al mix energetico del Giappone per poco meno del 4%, in calo rispetto a quasi un terzo prima del disastro di Fukushima.

 

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Editor: Lorenzo Bossola

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