Dizionario Arte

Gigante, Giacinto

Pittore italiano. Ricevuti i primi insegnamenti di pittura dal padre, frequentò lo studio di Hüber, presso il quale apprese, oltre all’acquerello, varie tecniche di incisione e la litografia, perfezionata poi grazie a un impiego nel Reale Officio topografico. Fu qui, probabilmente, che sviluppò l’interesse per le vedute oggettive e dettagliate che ne avrebbero caratterizzato la produzione pittorica. Tracce di questo approccio all’arte si trovano nel formato ridotto e nel tono intimistico di molti suoi quadri, destinati a un collezionismo borghese estraneo alla tradizione del grand tour. Nel 1821, Gigante entrò nello studio di Antoni Sminck Pitloo, che lo avviò alla pittura a olio e all’osservazione dal vero; fu l’inizio di un successo che porto all’aggregazione, attorno a lui e a Pitloo, della Scuola di Posillipo; al suo interno, Gigante assunse presto un ruolo fondamentale, grazie soprattutto alla sua vasta cultura, cui contribuiva il contatto, attraverso l’amico Shchedrin, con la pittura russa coeva, e a cui si aggiunsero, con il passare degli anni, le suggestioni di altri modelli stranieri come Turner e Corot. La presenza, a partire dal 1850, alla corte di Ferdinando II segnò l’avvio di un’onorevole carriera accademica, cui corrispose un’intensa sperimentazione sulle tecniche conosciute in gioventù, come l’acquarello, e la scelta sempre più frequente di vedute di interni ecclesiastici o di temi storici. Nascita: Napoli 1806; Morte: Napoli 1876

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