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Giorgetti all’economia divide la destra

Il 13 ottobre si eleggono i presidenti di Camera e Senato ma la formazione di governo non è ancora pronta. I rapporti tra gli alleati a destra sono tesi e il nome di Giorgetti all’economia non piace a Salvini

Le trattative tra i tre alleati di destra per la formazione del nuovo governo non sono ancora terminate, il toto ministri continua e il malcontento cresce. Giorgetti all’Economia piace a Meloni ma non a Salvini che vuole il Viminale per sé stesso.

Toto ministri, Giorgetti all’Economia indispettisce Salvini

Giovedì 13 ottobre aprono i lavori in Parlamento con l’elezione dei presidenti di Camera e Senato. Fratelli d’Italia dice che i nomi definitivi ci sono e l’accordo con Lega e Forza Italia è quasi stato raggiunto. Con La Russa a Palazzo Madama, ma non è ancora da escludere Calderoli della Lega, a Montecitorio andrebbe Molinari in quota Lega. Con questo scenario Forza Italia rimarrebbe senza cariche istituzionali e quindi vorrebbe un compenso nel governo che, Meloni a parte, è ancora in corso di formazione.

Il nodo primario da sciogliere è il ministero dell’Economia.  Nei giorni scorsi la leader di FdI aveva indicato un tecnico come Fabio Panetta, che siede nel board della BCE, che però ha rifiutato. Altro nome papabile era quello di Gaetano Miccichè di Intesa Sanpaolo ma che ora appare un’ipotesi lontana. Ed ecco che torna di nome il nome dell’attuale ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti. Già nel 2018 era stato una dei canditati più accreditati per la guida di questo importantissimo dicastero ma rifiutò per non finire in mezzo allo scontro dei due ex vice premier Di Maio e Salvini.

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L’opzione Giorgetti per FdI può funzionare su due fronti. Il primo è quello di dimostrare continuità con il governo Draghi con un uomo tutto sommato accettato dall’Europa e secondo darebbe uno dei ministeri più importati alla Lega, di fatto escludendo Salvini agli Interni. Ecco perché la Lega chiede anche la presidenza del Senato, nonché seconda carica dello Stato. Secondo La Stampa, la candidatura di Giorgetti “è poco più che una polpetta avvelenata” per Salvini perché non può dire apertamente di no, l’Economia farebbe comodo alla Lega, ma così facendo mette a repentaglio la sua carriera personale con la rinuncia al ministero di suo gradimento, soprattutto per questioni elettorali.

La scappatoia di Salvini è questa: non considerare Giorgetti in quota Lega, così da lasciare libero un ministero di peso. Tecnicamente Giorgetti non è stato indicato dalla Lega ma da FdI quindi teoricamente la Lega può far valere questo punto ma le trattative, soprattutto tra alleati, sono spesso più intricate di un semplice stratagemma.

Il Parlamento si riunisce domani e la maggioranza appare più divisa che mai ma la formazione di governo deve essere decisa in fretta per rispettare le scadenze di fine anno.

Foto di copertina: lapresse

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Editor: Lorenzo Bossola

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