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Giornata mondiale contro l’omofobia 2018

Oggi, 17 maggio, si celebra la Giornata Mondiale contro l’omofobia 2018. Un’iniziativa che mira a eliminare pregiudizi di ogni sorta, con la speranza di costruire una società migliore.

Perché si celebra la Giornata Mondiale contro l’omofobia?

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Stop all’omofobia!

Violenze, pregiudizi, decreti legislativi incompleti, minacce, insulti, cambio di genere e difficoltà nelle unioni civili. Per tutti questi motivi, celebriamo oggi la Giornata Mondiale contro l’omofobia.

E non solo: tutti, a prescindere dall’orientamento sessuale e dal genere, meritano di vivere in un mondo che rispetti i loro diritti. Inoltre, il 19 maggio si terrà una campagna contro l’odio omofobo in Piazza della Scala a Milano.

La manifestazione ha lo scopo di chiedere una legge efficace contro la omotransfobia, cioè il fenomeno di denigrazione contro chi cambia sesso. La comunità LGBTI+, soprattutto, si impegna quotidianamente nella lotta contro pregiudizi, violenze e ingiustizie.

Ma non basta: tutti i cittadini devono dare il proprio sostegno alla causa per la parità di diritti e opportunità. In questo modo, aiuteremo la nostra società a evolversi per il meglio. E questo sarà un vantaggio per chiunque, senza distinzioni.

Un’Italia che ha bisogno di cambiare

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LGBTI+ sostiene i profughi che chiedono asilo politico

Purtroppo, la strada da percorrere verso la parità di diritti è ancora lunga. La legge specifica contro il reato di omofobia (legge Scalfarotto) è ferma in Senato dal 20 settembre 2013. Eppure, la Camera ha già dato la sua approvazione.

Se tale decreto venisse ufficialmente approvato, chi commette atti omofobi rischierà fino a diciotto mesi di carcere. E, se questi atti andassero oltre le minacce e gli insulti verbali, sarebbe prevista una pena di quattro anni di reclusione.

In più, la stessa punizione sarebbe inflitta a chi partecipasse a movimenti o associazioni che istigano alla violenza e al pregiudizio.

Inoltre, nell’estate 2017 è stato registrato un episodio di transfobia o omofobia ogni tre giorni. Ma il problema non si limita a ciò: secondo recenti analisi statistiche, il 25% degli italiani ritiene che l’omosessualità sia una malattia.

Ecco, dunque, il quadro della situazione: il nostro paese è ancora afflitto da una mentalità retrograda, bigotta e omofoba. Ma non per questo bisogna associare l’Italia all’omofobia. Moltissimi altri italiani, infatti, lottano ogni giorno contro bullismo, violenze, false credenze e pregiudizi.

E questi italiani vogliono pari diritti per tutti i loro concittadini. Questi italiani vogliono educare i loro figli al rispetto verso l’altro, all’equità, alla giustizia e all’empatia. Non dimenticate: tutti abbiamo bisogno di essere uguali davanti alla legge e davanti alla società. Tutti abbiamo bisogno di combattere i pregiudizi. E, di conseguenza, di combattere l’omofobia.

 

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