Giornata mondiale della pasta
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Giornata Mondiale della Pasta: Barilla denunciata e oriente oscurato

Oggi è il World Pasta Day 2022 e come tutti celebriamo alcuni dei piatti più amati in tutto il mondo ma la ricorrenza non tiene conto di alcune criticità

Come ogni 25 ottobre oggi si celebra la Giornata Mondiale della Pasta, senza dubbio il piatto preferito dagli italiani e uno degli alimenti base nel mondo. Tutto nacque con il World Pasta Congress del 1995 quando 40 produttori di pasta da diversi Paesi del mondo si riunirono a Roma per valorizzare il prodotto tipico della cucina italiana. Ma qui sorgono i primi problemi con la definizione che abbiamo della pasta.

Sono gli ingredienti che definiscono cos’è la pasta? Grano tenero o grano duro? È il luogo di produzione? È la forma dell’alimento? In queste ore sono infiniti gli articoli di giornale, post Instagram e foto pubblicate per amore di alcuni piatti incredibili. Ma non manca qualcosa?

Giornata mondiale della pasta 2022

Dal 1995 ne sono passati di anni, ma l’amore per la carbonara, per la gricia o per la pasta alla norma non è certo diminuito. Oggi il World Pasta Day è organizzato dall’associazione non profit IPO – International Pasta Organization, fondata nel 2005 e dalla Unione Italiana Food. I membri attivi dell’IPO sono 16 organizzazioni da 13 nazioni diverse (Italia, Francia, Spagna, USA, Brasile, Colombia, Costa Rica, Guatemala, Messico, Portogallo, Tunisia, Turchia e Venezuela). Mentre altre 10 associazioni sono definite come membri sostenitori.

Sul sito dell’IPO, inoltre, si può trovare il report 2021 dei top 5 Paesi consumatori di pasta al mondo. Senza particolari sorprese troviamo l’Italia al primo posto con 23,6 kg di pasta consumati in media. Al secondo posto la Tunisia con 17 kg, al terzo il Venezuela con 15 kg, al quarto la Grecia con 12,5 kg e infine il Perù con 9,9 kg.

Per Coldiretti invece i dati del 2021 sono un po’ diversi. I primi quattro posti sono pressoché uguali, mentre al quinto troviamo il Cile con 9,4 kg per persona anziché il Perù. Infine gli USA con 8,8 kg, l’Argentina e Turchia a pari merito con 8,7 kg.

Sempre secondo i dati di IPO nel 2021 si sono prodotti 16,9 milioni di tonnellate di pasta al mondo. I 28 Paesi dell’Unione Europea hanno prodotto 32,8% del totale, altri Paesi europei il 17,9%, il centro e sud America il 17,7%, il nord America 12,9%, l’Africa il 13,8%, il medio oriente il 3,5% e l’Asia 1,4%.

Non c’è qualcosa che stona?

Discrepanze a parte, gli Stati citati sembrano corrispondere ai consumatori tipici di pasta. Sono tutti Stati che hanno un legame storico, economico e culturale profondo con l’Italia; alcuni di questi Paesi, inoltre, hanno subito una massiccia immigrazione di italiani che ovviamente hanno portato con sé l’alimento basilare della loro dieta: la pasta. E fin qui ci siamo.

Per una persona familiare con l’Asia, o anche solo con alcune cucine asiatiche, stonerà l’assenza di Paesi come la Cina (1 miliardo e 400 milioni di abitanti) o il Giappone (126 milioni di abitanti), ma anche Corea, Vietnam o Thailandia, che fanno della pasta, ma non chiamata pasta per ovvie ragioni linguistiche, uno degli alimenti base. Pensiamo al ramen, agli udon e ai soba giapponesi, alle decine e decine di tipi di pasta cinesi (lamian, mianxian, liangpi, o le “orecchiette cinesi” maoerduo), ai  banh pho vietnamiti o ai sen chan thailandesi.

Perché questi tipi di spaghetti, linguine, tagliatelle, perché questi tipi di pasta non vengono chiamati pasta e quindi non rientrano all’interno della Giornata Mondiale della Pasta? Senza menzionare tutti i tipi di pasta ripiena!

Cos’è la pasta?

Alcuni difensori della pasta italica diranno che la pasta è solo la pasta fatta con il grano duro, ma questa definizione non tiene conto della pasta all’uovo, che è fatta con farina 00, e degli altri tipi di pasta realizzati con farine alternative. Poi, in molti Paesi sopraccitati si utilizza la farina di grano tenero per fare la pastasciutta, che in Italia si realizza con la semola di grano duro.

Può essere il luogo di produzione il criterio di definizione? No, per stessa ammissione dell’IPO perché riporta i dati di produzione di pasta nel mondo. Inoltre, è notizia di pochi giorni fa la denuncia intentata contro Barilla per falsa pubblicità da due consumatori statunitensi. Come riportato il Washington Post, i due hanno detto che non avrebbero contrato la pasta Barilla se avessero saputo che la pasta sponsorizzata come “Il marchio di pasta n. 1 in Italia” è in realtà prodotta tra l’Iowa e New York e utilizzato prodotti proveniente da Paesi diversi dall’Italia. Quindi il luogo e provenienza non c’entra.

Il ministero degli Esteri ci viene in soccorso

Anche il ministero degli Esteri ha partecipato alle celebrazioni con un tweet sul proprio profilo ufficiale. Il testo è interessante per capire cosa sia in definitiva la pasta. “Oggi celebriamo il World Pasta Day: la pasta è un fondamentale della Dieta Mediterranea, eccellenza del MadeinItaly e ambasciatrice della cultura e lifestyle del cibo italiano nel mondo”.

 

Pasta è ciò che chiamiamo pasta, indipendentemente dal prodotto culinario reale. Pasta è quella miscela di farina di grano (e alternative varie) con acqua, sale con eventuali aggiunte di uova o verdure creata nel Mediterraneo, in Italia in particolare, e poi esportato in alcuni paesi del mondo. Gli altri Stati che hanno già una cultura della pasta, ma che non viene chiamata pasta, non rientrano nel club dei vincenti. Mi dispiace per loro.

Inoltre, la missione ufficiale dell’IPO non solo non tiene conto dell’origine della pasta ma dichiara che il fine ultimo sono gli interessi (legittimi e ben accetti) economici. Si legge sul sito: l’associazione IPO “si dedica ad aumentare il consumo della pasta e la sensibilizzazione dei consumatori, aumentando la comprensione del valore nutrizionale e dei benefici per la salute, promuovendo i comuni interessi commerciali salvaguardando l’immagine della pasta a livello internazionale”.

La Giornata Mondiale della Pasta, almeno nella concezione culturale, giornalistica e dei social, dovrebbe celebrare tutti i tipi di pasta indipendentemente dalla provenienza, dalla composizione base, dal nome con cui la chiamiamo e non limitarsi a celebrare il piccolo orticello nazionale del Made in Italy.

 

 

Foto di copertina: Italian Food

 

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Editor: Lorenzo Bossola

 

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