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Giulio Regeni poteva essere salvato. Le bugie dell’Egitto, responsabile della sua morte

Giulio Regeni, rapito il 25 gennaio 2016, poteva essere salvato. Il Parlamento italiano accusa l’Egitto, responsabile della sua morte

Giulio Regeni, ragazzo nato a Trieste nel 1988, si trovava a Il Cairo per proseguire i suoi studi universitari. Il 25 gennaio 2016 venne rapito e ritrovato morto il 3 febbraio. Ora il Parlamento italiano accusa il Paese di Al-Sisi, responsabile della morte del ragazzo.

LE ACCUSE ALL’EGITTO

Il 30 novembre 2021 la Commissione parlamentare d’inchiesta ha approvato all’unanimità la sua relazione finale dopo tre anni di lavoro.

“La responsabilità del sequestro, della tortura e dell’uccisione di Giulio Regeni grava direttamente sugli apparati di sicurezza della Repubblica araba d’Egitto, e in particolare su funzionari della National Security Agency”

Lo hanno confermato la Procura di Roma, ma anche il Parlamento italiano non ha alcun dubbio. I responsabili del sequestro, delle torture e dell’uccisione di Regeni siano da cercare nel Paese di Al Sisi.

“I responsabili dell’assassinio di Giulio Regeni sono al Cairo, all’interno degli apparati di sicurezza e probabilmente anche all’interno delle istituzioni”

E il giorno seguente aggiunge:

Sono nell’ufficio della National security per seguire il caso con loro. Ora il caso di Regeni è sulla scrivania del ministro degli Interni; secondo la Nsa ha ordinato di trovarlo il più presto possibile

Si legge nella relazione della Procura.

Il Parlamento ha proposto di portare l’Egitto in Tribunale per aver violato la Convenzione Onu sulla tortura del ragazzo. Ha suggerito, anche, un intervento legislativo interno, per superare la situazione complicata che ha portato il processo verso una direzione sbagliata.

Abdel Fattah al-Sisi, Presidente dell’Egitto dal 2014

GIULIO REGENI POTEVA ESSERE SALVATO

L’Egitto, oltre a essere accusato di aver ucciso Giulio Regeni, è anche responsabile di non aver voluto salvare il ragazzo. La National Security, che era stata contattata immediatamente dal consulente per la sicurezza Mohamed Ebeid dell’American University, aveva negato di conoscere o aver arrestato il ricercatore.

“Forse è stato arrestato da qualche parte, vi terrò aggiornati”

Questa era stata la risposta.

La sera del 26 gennaio, il generale Ebeid riferì:

“Il ministero asserisce che Regeni non è stato arrestato e non è tenuto in alcuna stazione di polizia”

In tutti questi anni il Governo italiano si è dato da fare per avere risultati sul caso, ma l’Egitto non ha fatto altro che dire solamente parole a livello politico.

Il ragazzo, scomparso il 25 gennaio 2016 e ritrovato morto il 3 febbraio

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