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Gomorra 5 e il finale inevitabile: ecco perché ha funzionato così bene

Gomorra 5, una serie TV immortale che si chiude nelle tenebre, ma ci salva dalla vera oscurità: la spiegazione del finale di stagione

Chiedi a dieci persone cosa pensano del finale di Gomorra 5 e otterrai dieci risposte diverse. Dopo 5 stagioni, 58 episodi e tante (troppe) emozioni forti, infatti, ognuno dei quasi 800 mila telespettatori che hanno seguito la resa dei conti tra Ciro e Genny su Sky Atlantic aveva maturato un personalissimo rapporto con i personaggi. Quegli stessi personaggi che tutti avremmo dovuto odiare, ma che invece abbiamo amato con tutto il cuore, dimentichi delle terribili azioni di cui li abbiamo visti macchiarsi puntata dopo puntata. 

Quello su cui tutti concorderebbero, però, è che il finale di Gomorra 5 è stato il più oscuro dell’intera serie TV. Avvolto nelle tenebre come a voler nascondere l’esito della guerra tra Ciro e Genny, il finale di stagione ha però fatto chiarezza sul significato del capolavoro nato dalla penna di Roberto Saviano. 

Che ne siate stati delusi, emozionati o scombussolati, dunque, è innegabile che il finale di Gomorra 5 abbia funzionato alla perfezione, come del resto tutta la serie TV. Ma perché? Ecco la spiegazione del finale di Gomorra 5 e di tutto ciò che si cela dietro l’ultimo episodio.

Il finale di Gomorra 5: chi ha ucciso davvero Ciro e Genny?

Dietro alla scelta del finale di Gomorra 5, non c’è altro che la volontà di rispettare la missione che la serie TV si prefigge fin dal primo episodio. Quella di rappresentare la realtà delle terre del Meridione che Gomorra non la guardano in televisione, ma la vivono ogni giorno sulla propria pelle.

In una simile cornice, non c’è spazio ai lieto fine, o ai finali idealizzati. C’è spazio solo per realtà più cruda. E i fan lo sapevano bene. La morte incrociata di Ciro (Marco D’Amore) e Genny (Salvatore Esposito), dunque, era inevitabile: unica conclusione possibile al conflitto che ha tenuto col fiato sospeso gli spettatori di tutta Italia e persino molti fan stranieri. 

 

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Alcuni hanno addirittura giudicato banale la conclusione di Gomorra 5: Ciro e Genny, fratelli di madri diverse che il destino ha voluto schierare su fronti opposti, uccisi per mano di terzi proprio quando sembravano aver sepolto per sempre l’ascia di guerra. La spiegazione del finale di Gomorra 5, però, si cela nello stesso episodio.

Solo i fan più accorti, infatti, avevano colto il commento di Nunzia: «’O mumento è arrivato. Muviteve, avita ‘i ngopp a spiaggia. Sapite chello c’ata fa». Sono proprio i suoi uomini, dunque, ad uccidere Ciro e Genny in Gomorra 5.

La luce nelle tenebre: la morte di Ciro e Genny e l’immortalità di Gomorra

Nella sua semplicità, però, il finale di Gomorra 5 mette un punto alla serie nell’unico modo possibile, mettendo in scena un Giudizio Universale che – nonostante l’empatia e l’affetto provati dal pubblico (non senza un certo senso di colpa) nei confronti dei due camorristi – non poteva risparmiare né Genny né Ciro, che alla fine si rivela tanto mortale quanto il rivale. 

Con quel colpo, esploso nelle tenebre da un signor nessuno (uno degli uomini di Nunzia), la Camorra muore e sopravvive nello stesso momento. Muore con Ciro, dopo il momento di pietà che ne ha contraddetto la natura, e rinasce con un nuovo, inestirpabile ciclo di violenza. 

Fenomeno Gomorra, una macchina perfetta dietro un prodotto di qualità: regia, musica e sceneggiatura 

Quello di Gomorra 5, dunque, è un finale disincantato e realistico, avvolto nel buio del porto di Castellammare di Stabia, dove è stata girata l’ultima scena. Tuttavia, per un paradossale gioco di luci, è proprio nel buio che Genny e Ciro riescono a scampare all’oscurità che ha segnato le loro vite.

Poco prima di morire, infatti, ammettendo il profondo affetto che li lega e che non permette loro di uccidersi a vicenda, escono metaforicamente dalle tenebre. E – illuminata dalla luce di una nuova consapevolezza – l’intera loro rivalità risplende in tutta la sua insensatezza, finalmente anche ai loro occhi. In questo senso, la loro morte è il nuovo inizio che li aspettava, fuori dal buio.  

 

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Concorrono a creare la poesia di questa scena una regia impeccabile e una colonna sonora da brividi. 

Dietro alla cinepresa non poteva che esserci Claudio Cupellini, regista di Gomorra sin dalla primissima stagione. Orchestrando alla perfezione inquadrature, fotografia e sceneggiatura, il regista ha dato vita a due degli episodi più potenti ed emozionanti dell’intera produzione.

Scrittura, regia, interpretazione: tutti i poli del cinema si uniscono nel confermare Gomorra 5 come un prodotto d’eccellenza nel panorama italiano e non. 

L’eredità di Gomorra 5: dopo il finale, c’è solo la realtà

Con la caduta dell’Immortale, Gomorra ha ufficialmente finito la sua corsa. Nessuna nuova stagione dietro l’angolo, né spin-off o reboot in programma (per fortuna). Eppure, è già chiaro che la serie TV firmata Sky Atlantic è destinata a raccogliere il testimone lasciato da Ciro Di Marzio, diventando a sua volta immortale. 

Testimonianza di una realtà che non scomparirà certo con la quinta stagione, Gomorra 5 rimarrà per sempre tra i migliori prodotti del cinema italiano. Quanto alla sua eredità, essa si radicherà nella maggiore consapevolezza del pubblico di un mondo che il cinema ha sempre ridotto a puro stereotipo negativo. E nella convinzione che, in un cinema in bianco e nero, in realtà sono i grigi a dare movimento alla scena. 

 

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Editor: Valentina Baraldi

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