arte: i capolavori del museo del Prado. museo del prado Goya
Dizionario Arte

Goya, Francisco De

Goya, Francisco de. Pittore, incisore e disegnatore spagnolo. Fu il più influente e originale artista europeo del suo tempo, ma il suo genio maturò lentamente e solo sulla trentina cominciò a produrre opere che lo distinsero dagli artisti contemporanei. Figlio di un doratore, fu apprendista dapprima presso un pittore locale a Saragozza, poi nel 1763 si trasferì a Madrid dove continuò gli studi con Francisco Bayeu (per ben due volte fallì nel tentativo di entrare all’Accademia di San Fernando). Dopo un viaggio in Italia (1768-71 ca) lavorò a Saragozza, poi, avendo sposato nel 1773 la sorella di Bayeu, si stabilì a Goya,  nel 1774.

Bayeu gli procurò l’impiego di disegnatore presso il reale laboratorio di arazzeria dove passò la maggior parte del tempo dal 1775 al 1780 e continuò più sporadicamente a lavorare fino al 1792, realizzando in tutto 63 disegni di arazzi (la maggior parte sono al Prado, Madrid).

Sebbene siano correntemente noti sotto il nome di *cartoni sono in realtà dei rifiniti dipinti a olio, molti di notevoli dimensioni (il più grande è ampio più di 6 metri). I soggetti variano da scene idilliche a realistiche descrizioni di vicende umane quotidiane; concepite con spirito brillante e romantico ed eseguite con il fascino decorativo dello stile rococò, a volte caratterizzate da quell’umorismo sardonico tipico della sua produzione successiva.

Durante gli anni Ottanta Goya

Durante gli anni Ottanta Francisco de Goya progredì regolarmente nella carriera, divenne un ritrattista molto ricercato ed ebbe successo come pittore di opere sacre, meritando una serie di onorificenze ufficiali Fu ammesso all’Accademia di San Fernando nel 1780 e qui divenne nel 1785 direttore aggiunto alle opere di pittura; nel 1786 fu nominato pittore del re e nel 1789 fu promosso al più prestigioso posto di pittore della casa reale (solennizzò questa nomina aggiungendo l’aristocratico de al suo cognome).

Più che questi riconoscimenti, tuttavia, un’importante svolta nella sua carriera fu rappresentata, dalle misteriose, traumatiche e quasi fatali malattie che sopportò nell’inverno del 1792-93 (tra le ipotesi sulla loro origine ci sono la sifilide e l’avvelenamento da piombo causato dai colori); questi mali lo paralizzarono e lo resero parzialmente cieco per un periodo, e lo lasciarono completamente sordo per il resto della vita.

Mentre era convalescente nel 1793 realizzò una serie di piccoli dipinti, quasi come terapia: “Per occupare l’immaginazione, vessata dal pensiero delle mie sofferenze e… per fare delle osservazioni che normalmente non trovano posto nei lavori commissionati, dove capricci e invenzioni non possono essere sviluppati”. Ciò segna l’inizio della sua ossessione per il morboso, il bizzarro, il minaccioso, destinata a rappresentare un tratto caratteristico dei suoi lavori maturi.

Il risultato è la prima della grande

Il risultato è la prima della grande serie di stampe Los Caprichos, edita nel 1799. La raccolta consiste in 80 tavole che trattano delle malvagità e dei disordini della società.
Nel 1795 Francisco de Goya sostituì Bayeu nella carica di direttore per la pittura all’Accademia di San Fernando e nel 1799 fu nominato primo pittore della casa reale, ruolo nel quale produsse negli anni successivi il famosissimo ritratto di gruppo, La famiglia di Carlo IV (Prado, Madrid).

La debolezza dei componenti della famiglia reale è evidenziata con spietato realismo, anche se evidentemente senza il deliberato intento satirico che alle volte è stato attribuito al quadro. I primi ritratti di Francisco de Goya imitavano i modi di Mengs ma, stimolato dallo studio dei dipinti di Velázquez presenti nella collezione reale, egli elaborò uno stile molto più naturale, vivace e personale, mostrando crescente maestria nel realizzare le pose e le espressioni, esaltate da drammatici contrasti di luce e ombra.

Pressoché alla stessa epoca del ritratto del gruppo reale risale la coppia di dipinti della Maja vestida e Maja desnuda (Prado), la cui natura erotica portò l’autore a essere citato davanti al tribunale dell’Inquisizione. Una leggenda popolare vuole che i due quadri rappresentino la duchessa d’Alba, la bella vedova la cui relazione con Goya fu causa di scandalo a Madrid.

 

Durante l’occupazione francese della Spagna

Durante l’occupazione francese della Spagna (1808-13) Goya mantenne, sotto Giuseppe Bonaparte (insediato come regnante dal fratello Napoleone), il suo incarico di pittore della real casa ma la sua attività come pittore di corte e di società diminuì e -come molti altri -fu probabilmente combattuto tra l’accettazione del regime (che avrebbe potuto portare dalla tirannia di un monarca assoluto alla libertà) e il sentimento patriottico di rivolta contro un’occupazione militare straniera.

Non espresse mai apertamente opinioni politiche e fino a un certo punto era disposto a seguire l’onda dominante (durante l’occupazione ritrasse il duca di Wellington, che avrebbe poi sconfitto Napoleone, e anche personaggi sostenitori dei francesi). Dopo la restaurazione di Ferdinando VII nel 1814 Goya venne prosciolto dall’accusa di aver accettato lavoro dall’usurpatore, affermando che non aveva mai portato la medaglia concessagli dai francesi, e dipinse per il re due poderosi e laceranti quadri sulla ‘gloriosa insurrezione’ della Spagna, cioè la sanguinosa rivolta dei cittadini di Madrid contro le forze occupanti -il 2 maggio 1808 e il 3 maggio 1808 (entrambi del 1814, Prado, Madrid).

Ancor più violente sono le 65 acqueforti I disastri della guerra (1810-14) che descrivono le atrocità commesse sia dai francesi che dagli spagnoli.
Goya si ritirò praticamente dalla vita pubblica dopo il 1815, lavorando solo per se stesso e per gli amici. Mantenne il titolo di pittore di corte ma fu superato nel favore reale da Vicente López. Verso la fine del 1819 si ammalò seriamente per la seconda volta (un autoritratto al Minneapolis Insistute of Arts lo raffigura con il medico curante).

Prima di quell’anno aveva acquistato una casa

Prima di quell’anno aveva acquistato una casa di campagna nei sobborghi di Madrid, la Quinta del Sordo, e fu lì che, dopo la guarigione, realizzò 14 grandi dipinti murali (ora al Prado) conosciuti come Dipinti neri (1820-23) sia per i soggetti angoscianti, sia per la tonalità scura.

Dipinti quasi per intero in nero, grigio e marrone, rappresentano scene religiose e mitologiche e altre frutto solo dell’immaginazione del pittore; sono eseguiti con intensità quasi feroce e libertà di tratto e sono stati considerati come riflessioni sulla morte. Al tempo in cui completò questi straordinari lavori, molti liberali spagnoli lasciavano il paese a causa dell’oppressivo regime di Ferdinando VII, e nel 1824 Goya ottenne il permesso, per ragioni di salute, di portarsi in Francia e si stabilì così a Bordeaux.

Fece ancora due brevi visite in Spagna: durante la prima (1826) ufficialmente si dimise da pittore di corte e gli fu concessa una pensione. Negli ultimi anni intraprese la nuova tecnica della litografia (in quattro scene di corrida note come Tori di Bordeaux, 1824-25), mentre i suoi ultimi dipinti dimostrano l’evoluzione verso uno stile che, nella sua libertà e luminosità di tocco, anticipava l’ impressionismo.

La produzione di Goya è enorme

La produzione di Goya è enorme; ci rimangono 700 dipinti, circa 300 stampe e quasi 1000 disegni. Egli fu eccezionalmente versatile, il suo lavoro esprime una larghissima sfera di emozioni e in esso meritano una nota particolare sia la libertà tecnica sia l’ 0riginalità: talvolta trattò i dipinti con lame di coltello, con le dita e con altri insoliti arnesi quali spugne e un cucchiaio di legno (se si vuol dare credibilità al racconto di Theophile Gautier in Voyage en Espagne, 1845): nelle stampe usò spesso più di una tecnica sulla stessa lastra, specialmente combinando l’ acquaforte con l’ acquatinta.

Ai suoi tempi fu rinomato soprattutto per i ritratti, che costituiscono oltre la metà della sua produzione, ma la sua reputazione oggi si basa altrettanto sulle opere che erano praticamente sconosciute ai suoi contemporanei: le acqueforti i Disastri della guerra furono pubblicate solo nel 1863 e i Dipinti neri furono esposti al pubblico solo nel 1870

Nascita: Fuendetodos 1746; Morte: Bordeaux 1828

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