Dizionario Arte

GRECO, El. PITTORE, SCULTORE

Greco, El. Pittore, scultore e architetto d’origine cretese ma stabilitosi in Spagna e considerato il primo grande genio della scuola locale. Il suo vero nome era Domenikos Theotocopoulos e fu con questo nome che firmò i dipinti per tutta la vita, sempre in caratteri dell’alfabeto greco, qualche volta seguito da Kres (cretese).

A evitare le difficoltà di pronuncia del nome era conosciuto in Spagna come Domenico Griego o semplicemente El Griego. Solo dopo la sua morte si impose la strana forma El Greco (strana perché l’articolo El è in spagnolo e Greco è in italiano). Si sa poco dei primi anni della sua carriera e rimangono poche opere realizzate nella tradizione bizantina della pittura di *icone, tra le quali la Dormizione della Vergine (firmato) scoperto nel 1983 nella Chiesa della Dormizione a Syros.

Fra il 1566 e il 1568 fu a Venezia (Creta era allora dominata dai veneziani) e nel tardo 1570 è documentato come ‘recentemente arrivato’ a Roma. Il miniaturista Clovio, che lì divenne suo amico, ne parla come di un discepolo di Tiziano, ma dei pittori veneziani fu Tintoretto a influenzarlo di più, con il suo senso del movimento e con la drammatica illuminazione (i turbolenti cieli di El Greco sono spesso particolari reminiscenze del Tintoretto).

Si presume generalmente che El Greco

Si presume generalmente che El Greco sia rimasto a Roma fino al 1576 (quando cioè, per la prima volta, lo si ricorda in Spagna) ma esiste una scarsa documentazione sul suo soggiorno nella città e si è pensato che sia tornato per un po’ di tempo a Venezia. Clovio era un amico influente e con il suo aiuto El Greco poté trovare occupazione a Palazzo Farnese; tuttavia in Italia non ottenne pubbliche commissioni e lavorò in misura piuttosto modesta.

Fra i suoi quadri superstiti di quel periodo vi sono due dipinti, la Purificazione del Tempio (Minneapolis Institute of Arts, e National Gallery, Washington), tema da lui preferito, e il ritratto di Clovio (Museo di Capodimonte, Napoli).
Pur nella loro perfezione, questi lavori danno però solo l’idea dell’esplosione di genio che si verificherà dopo il ritorno del Greco in Spagna. La sua presenza è documentata a Madrid nel 1576 e l’anno seguente a Toledo, dove visse per il resto della vita; la sua decisione di trasferirsi lì fu presumibilmente influenzata dal giovane prete spagnolo Luis de Castilla, suo amico della cerchia di Roma, il cui padre era decano della locale cattedrale e uomo di notevole importanza.

In questa nuova residenza El Greco

In questa nuova residenza El Greco ottenne importanti incarichi iniziando dalla decorazione dell’altare principale della chiesa di Santo Domingo el Antiguo (1577). La pala centrale, una tela alta quattro metri, che rappresenta l’Assunzione della Vergine (Art Institute of Chicago), fu il più grande lavoro che avesse fatto fino ad allora, ma riuscì a completare trionfalmente la dinamica composizione. La serie delle grandi pale d’altare proseguì per tutta la sua carriera: le due più famose furono El Espolio (1577-79, cattedrale di Toledo) e Entierro del conde d’Orgaz (1586-88, San Tomè, Toledo).

Questi due possenti lavori trasmettono lo sgomento di grandi eventi spirituali con un senso di rapimento mistico e nelle opere più tarde El Greco andò ancora oltre nel liberare i suoi personaggi dalle restrizioni dei legami terreni: l’Adorazione dei pastori (1612-14, Prado, Madrid), dipinta per la propria tomba, ne è un primario esempio.

Il suo stile ha qualcosa che lo accomuna

Il suo stile ha qualcosa che lo accomuna al manierismo italiano per il modo di allungare le figure e di usare irrazionalmente lo spazio, ma le forme fiammeggianti, l’elettricità dei colori e l’espressione estatica dell’emozione sono intensamente personali. Toledo a quel tempo, con più di 100 istituzioni religiose, era la capitale spirituale della Spagna, così che El Greco ebbe poco bisogno di guardarsi intorno in cerca di incarichi; tentò di ottenere il favore reale ma in questo fallì perché Filippo II (vedi Asburgo) rifiutò una pala che aveva dipinto per l’ Escorial.

Sebbene fosse principalmente un pittore di genere religioso, El Greco eccelse anche come ritrattista. I suoi soggetti erano principalmente ecclesiastici (Felix Paravicino, 1609, Museum of Fine Arts, Boston) o aristocratici, ma uno dei suoi lavori più belli è il ritratto di una dama (1577-80 ca, Pollok House, Glasgow) tradizionalmente identificata in Jeronima de las Cuevas, sua moglie con nozze civili.

Dipinse anche due vedute di Toledo (Metropolitan Museum, New York e Museo del Greco, Toledo), entrambe opere tarde, e un dipinto mitologico, Laocoonte (1610 ca, National Gallery, Washington) che per lui era un’eccezione: l’inusuale scelta del soggetto mitologico si spiega forse perché la tradizione locale afferma che Toledo sia stata fondata da discendenti dei troiani. El Greco disegnò anche completi progetti d’altare, lavorando tanto come architetto e scultore quanto come pittore, per esempio all’Ospedale della Carità, Illescas (1603).

Pacheco, che visitò El Greco nel 161

Pacheco, che visitò El Greco nel 1611, parla di lui come di uno scrittore di pittura, scultura e architettura e in effetti un elenco dei suoi libri, redatto dopo la morte, è indice dei suoi vasti interessi intellettuali. Aveva uno spiccato senso dell’orgoglio professionale e si aspettava di venir ben remunerato per il suo lavoro; in diverse occasioni si impegnò in dispute legali sui pagamenti e l’insuccesso di una di queste cause sembra gli abbia procurato difficoltà verso la fine della sua vita. La sua bottega produsse molte repliche dei suoi dipinti, ma il suo stile era così personale che poté esercitare pochissima influenza: i suoi soli discepoli degni di nota furono il figlio Jorge Manuel Theotocopoulos (1578-1631) e Luis Tristán.

Quando morì, El Greco era famoso e rispettato, ma la sua reputazione declinò presto e nel 1724 Palomino descrisse il suo lavoro come spregevole e ridicolo, sia per la tecnica di disegno sconnessa che per gli sgradevoli colori. Quando nel 1819 fu aperto il Prado era così poco stimato che non vi fu esposto neanche un suo quadro.

L’interesse per la sua arte si risvegliò alla fine del XIX secolo e la grande fama popolare crebbe nella scia dell’arte moderna, in particolare “dell’ espressionismo del quale è stato considerato precursore. La stranezza della sua arte ha suggerito improbabili teorie che è difficile prendere in considerazione, che fosse pazzo, per esempio, e che soffrisse di difetti alla vista, ma è più naturale pensare che i suoi estatici dipinti si spieghino come espressione del fervore religioso della sua terra adottiva.

Nascita: Candia 1541; Morte: Toledo 1614

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