Dizionario Opera

Großmütige Tomyris, Die

Reinhard Keiser fu uno dei musicisti tedeschi più celebri del suo tempo; le sue oltre settanta opere, scritte in gran parte per il Theater am G&aulm;nsemarkt (letteralmente, ‘mercato delle oche’), sede dell’Opera di Amburgo, furono al centro della vita musicale della città anseatica per oltre vent’anni, esercitando un’influenza determinante su molti musicisti tra cui H&aulm;ndel. Se Mattheson nel 1713 definì Keiser «premier homme du monde», la fama del compositore si oscurò già con l’arrivo di Telemann ad Amburgo, nel 1721, e il genere da lui elaborato non trovò prosecutori diretti dopo la chiusura dell’Opera, avvenuta nel 1738 in seguito a una grave crisi economica. Le ricerche musicologiche dell’Ottocento trascurarono ampiamente la produzione di Keiser, ben lontana dagli ideali estetici prevalenti all’epoca, e il giudizio sul valore del musicista rimase a lungo incerto; soltanto negli anni Trenta del nostro secolo iniziarono studi più approfonditi, intensificatisi negli anni Settanta. Al 1975 risale tra l’altro ledizione critica della partirura di Die großmütige Tomyris , considerata uno dei capolavori di Keiser ed esempio significativo del contributo della Germania settentrionale allo sviluppo dell’opera seria. Nella prefazione del libretto, Johann Joachim Hoë cita come proprio modello L’amor di figlio non conosciuto di Domenico Lalli, musicato da Tommaso Albinoni per il Teatro Sant’Angelo di Venezia nel 1715. L’origine della fonte non è casuale: anche se l’Opera di Amburgo intendeva sottrarsi al predominio esercitato dall’opera italiana in area tedesca, Venezia fu sotto diversi aspetti un costante punto di riferimento. Il libretto è per lo più una traduzione piuttosto fedele all’originale e include anche tredici arie e un terzetto in lingua italiana, secondo una tradizione molto amata dal pubblico e iniziata da Keiser nel Claudius del 1703.

L’argomento, di carattere storico, è basato sulle narrazioni di Erodoto: Messageti e Sciti festeggiano la vittoria della regina Tomyris sul re di Persia Ciro; la regina ha promesso di sposare uno dei suoi due alleati, il re di Lidia Policares o il re di Damasco Doraspe, ma cerca di rimandare la decisione perché ama segretamente il proprio generale Tigranes. Meroë, figlia del defunto Ciro e promessa a Tigranes, compare a corte travestita da indovina insieme al fedele Latyrus e comunica a Tigranes che Meroë è morta. Alla vista della testa del padre mostrata come trofeo, la fanciulla giura vendetta: dopo aver rivelato a Tigranes la propria identità, gli chiede di aiutare i Persiani a invadere il regno di Tomyris. Tigranes invia al generale persiano una lettera in cui rivela i piani degli Sciti, ma subito dopo smentisce le sue informazioni con una seconda missiva. Tomyris vede in sogno la Vendetta, la Brama di uccidere e lo spirito di Ciro con altre furie e draghi che vogliono la sua morte, ma poi compaiono in sua difesa il Destino e la Giustizia insieme allo spirito di Seleucus, il figlio della regina ucciso da Ciro. Meroë cerca di colpire con un pugnale Tomyris addormentata, ma Tigranes le impedisce di compiere il delitto: sorpreso dalle guardie con l’arma, si accolla ogni responsabilità per difendere l’amata. La situazione del generale si aggrava ulteriormente quando viene intercettata la prima lettera da lui inviata ai Persiani. Anche dopo una dichiarazione d’amore di Tomyris, Tigranes non vuole discolparsi e viene condannato a morte: Orontes, generale di Messageti, porta però la seconda lettera di Tigranes dimostrandone l’innocenza. Il popolo esige ora la condanna di Meroë. La situazione viene risolta da Policares, il quale rivela che Tigranes è figlio di Tomyris, rapito da un pirata quando era bambino. La regina comprende il motivo del suo amore per Tigranes e con generosità (da qui il titolo dell’opera) libera Meroë e decide di sposare Policares; l’unione tra Tigranes e Meroë sancisce il ritorno della pace tra Messageti e Persiani.

Die großmütige Tomyris appartiene al secondo periodo di attività di Keiser (1710-1717), caratterizzato da un maggior impiego del virtuosismo vocale e dall’ampliamento delle arie, quasi sempre col da capo e collocate alla fine della scena, secondo il modello dell’opera italiana. Le maggiori difficoltà tecniche sono riservate al ruolo di Tomyris, scritto per Margarethe Susanna Kayser, ma anche le arie degli altri personaggi richiedono voci di prim’ordine; si può dunque escludere che tra gli interpreti vi fossero cantanti non professionisti, presenti invece agli esordi dell’Opera di Amburgo. Tomyris è l’unica opera di Keiser – tra quelle pervenute – senza arie con il solo basso continuo, e con una strumentazione dei diversi numeri musicali che risulta alquanto diversificata: la base degli archi a quattro parti viene arricchita con interventi di strumenti solistici e con diverse combinazioni dei fiati (flauti, oboi, fagotti), mentre in alcune arie vengono opposti gruppi di strumenti diversi. Nella partitura il compositore specifica di volta in volta l’organico: ad esempio «aria con violino solo e tutti gli strumenti unisoni», «aria con tre violini e oboi», «aria con bassoni unisoni», «aria con istromenti diversi», «aria con violini unisoni senz’arco» (cioè pizzicati).

Per conferire maggior varietà alle arie col da capo , in alcuni casi Keiser riduce fortemente l’orchestra nella sezione centrale: in “Strahlt ihr Sterne” di Tomyris (I,8) suonano soltanto flauto, fagotto e cembalo, mentre nel corso di “Proverà la mia catena” di Policares (I,10) «tutto gli istromenti» si alternano a violini e basso continuo. Una delle arie più riuscite dell’opera è “Kühle Winde” di Tomyris (II,11), in cui Keiser si rivela sensibile interprete delle immagini di natura e varia continuamente la combinazione degli strumenti ottenendo effetti contrastati timbrici.

A fianco dello sviluppo delle possibilità strumentali contribuiva al successo dell’opera anche la varietà dell’ambientazione scenica, che richiedeva l’uso di complesse macchine teatrali: la foresta oscura in cui si incontrano Tigranes e Meroë, l’apparizione di furie e spiriti dalle viscere della terra e la prigione di Tigranes contrastano con i grandi spazi aperti con cui si inizia e si chiude la rappresentazione. L’opera comprende anche alcuni balletti, secondo la tradizione francese, ma non si sa con certezza se anche queste musiche siano state composte da Keiser. Die großmütige Tomyris , presentata a ridosso del crollo economico dell’Opera di Amburgo del 1718, fu poi eseguita anche a Braunschweig, Amburgo e Durlach (presso Karlsruhe), la residenza del margravio di Baden dove Keiser probabilmente aveva cercato impiego. Dopo l’allestimento a Braunschweig nel 1749 l’opera fu dimenticata sino al 1978, quando fu presentata in versione concertante in occasione del trecentesimo anniversario della fondazione dell’Opera di Amburgo. La prima rappresentazione scenica moderna ha avuto luogo dieci anni dopo a Ludwigshafen.

Type:

Dramma per musica in tre atti

Author:

Reinhard Keiser (1674-1739)

Subject:

libretto di Johann Joachim Hoë

First:

Amburgo, Theater am G&aulm;nsemarkt, luglio 1717

Cast:

Tomyris (S), Meroë (S), Policares (T), Doraspe (B), Tigranes (T), Orontes (B), Latyrus (T), la Vendetta (T), la Giustizia (T), la Brama di uccidere (m), lo spirito di Kyros (m), il Destino (m), lo spirito di Seleucus (m); grandi del regno, sacerdoti,

Signature:

c.p.

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