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Moda

Gucci Cruise uomo 2019, il lookbook della collezione

Gucci Cruise uomo 2019, gli scatti di Martin Parr

È il fotografo di moda più contestato degli ultimi tempi. Umorismo a parte, le sue fotografie raccontano la società odierna intaccata dalla superficialità. Oggi, presta la sua firma il lookbook Gucci Cruise uomo 2019.

Mame Moda Gucci Gruise uomo 2019, la campagna pubblicitaria. Giacca matelassé
Look composto da giacca matelassé, lungo cappotto e pantaloni

Martin Parr e Alessandro Michele percorrono la stessa strada.  L’asfalto è scosceso. La percorribilità è dettata dai critici per il primo e dal mercato, per il secondo.

La loro creatività, però, è simbiotica. È uno specchio che riflette la loro visione quasi complementare. L’immagine riflessa giunge dall’Inghilterra fino a Roma, e viceversa.

Il luogo deputato per l’incontro tra Parr e Michele è Cannes. Qui, il fotografo inglese ha scattato il lookbook Gucci Cruise uomo 2019. Ottanta scatti che promuovono la visione estetica del nuovo uomo Gucci.

La moda genderless è fortemente evocativa. L’uomo Gucci veste fuseaux stampati, giacche check, camicie e profili in faux fur.

Il Carlton Hotel e il Beach Club sono la cornice per raccontare, attraverso le immagini ovattate, i look dal sapore vintage.

Così, anche la Gucci Cruise uomo 2019, utilizza come tratto distintivo la stampa floreale. Il foulard è l’accessorio cult della collezione, sdoganato dal suo essere prettamente un accessorio femminile.

Quella tra Martin Parr e Gucci non è una collaborazione al suo primo debutto. Il fotografo ha, infatti, firmato la campagna “Time To Parr” che include la nuova collezione di orologi

 

Il Dizionario della Moda di MAM-e è in continua evoluzione. Tra le oltre 4.800 voci del vocabolario è possibile consultare anche la storia di Gucci.

A Firenze, dopo l’alluvione dell’autunno ’66, Gucci lasciò le vetrine di via della Vigna e traslocò in un negozio di via Tornabuoni. Il potenziale produttivo si sviluppò con l’apertura nel ’71 della nuova grande fabbrica di Scandicci, vicino Firenze. Questo consentì un’ulteriore estensione della rete diretta di negozi negli anni ’70: dopo Chicago (’71), quelli di Tokyo (’72) e Hong Kong (’74) segnarono l’inizio di una sempre più vasta presenza in Oriente. Lo sviluppo industriale dell’azienda non significava, comunque, la rinuncia agli schemi artigianali, sempre gestiti e organizzati nella sede fiorentina, con un severo controllo sulla qualità del prodotto”.

 

QUI, L’INTERA STORIA

 

 

 

 

 

 

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