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Guerra ucraina: la caduta di Mariupol potrebbe cambiare gli equilibri del conflitto

Mariupol allo stremo nella guerra ucraina

La guerra ucraina sta portando la città di Mariupol lentamente verso la caduta. Ormai è questione di giorni, se non di ore. Dopo un assedio di oltre 50 giorni, la città portuale dell’Ucraina sta giungendo allo stremo delle proprie forze.

“Se continuano a opporre resistenza, saranno tutti eliminati“. Questo è stato il messaggio del ministro della Difesa russo a seguito dell’ultimatum per la resa. Il ministro degli Esteri ucraino, Dymtro Kuleba, ha fatto sapere che la situazione a Mariupol potrebbe portare ad uno sblocco dei negoziati. Ma il presidente Zelensky ha ribadito che se dovessero morire gli uomini asserragliati nell’acciaieria Azovstal della città, non si potrà più giungere ad accordi di pace.

In ogni caso, la presa di Mariupol costituirebbe la prima vittoria dei Russi dall’inizio del conflitto.

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Guerra in Ucraina: la situazione a Mariupol

Sono molte le motivazioni per cui i Russi hanno assediato ininterrottamente per quasi due mesi la città di Mariupol, senza fare distinzione tra obiettivi militari e civili. Le vittime stimate sono oltre 20 mila e il 90% della città è stata rasa al suolo. “Non esiste più“, ha detto Kuleba.

Mariupol è uno dei principali obiettivi di Putin. Permette innanzitutto di aprire un passaggio diretto via terra con la Crimea, territorio annesso alla Russia nel 2014, e con il Donbass, in questo momento sotto attacco. Costituirebbe, quindi, una vittoria strategica non indifferente, perché garantirebbe ai Russi il controllo del Mar d’Azov e di oltre la metà della costa ucraina sul Mar Nero.

I civili sopravvissuti a Mariupol resistono in città in condizioni disumane. Senz’acqua, cibo, elettricità o medicine. Una situazione che perdura dall’ormai lontano 24 febbraio. Le truppe di Putin non smetteranno di bombardare finché gli Ucraini non si arrenderanno o non moriranno.

Fine dei negoziati se uccise le forze ucraine a Mariupol

La grande acciaieria di Azovstal, che con i suoi tunnel consente di sfuggire agli attacchi nemici, è diventata la sede della resistenza ucraina, formata per lo più da quel che rimane del battaglione Azov. Il ministero della Difesa russo ha fatto sapere che “al gruppo di forze ucraine è stato offerto di deporre volontariamente le armi e arrendersi per salvare le proprie vite”. Ma Kiev ha proibito agli Azov di negoziare per la resa, invitando a resistere agli attacchi.

Il presidente ucraino Zelensky ha sottolineato che “l’eventuale distruzione delle forze ucraine di Mariupol segnerà la fine dei negoziati”. Infatti, egli è consapevole del fatto che la resa della città portuale segnerebbe un importante successo per le truppe d’invasione.

Guerra ucraina: cosa succede se viene conquistata Mariupol

Quali sarebbero, quindi, le conseguenze della conquista di Mariupol?

Innanzitutto si avrebbe un effetto devastante sull’economia ucraina. Lì si trovano il polo siderurgico Azovstal e il grande porto cittadino da cui partono acciaio, carbone e granturco verso il Medio Oriente. Già da 8 anni i Russi tentavano di conquistare la città e oggi la colpiscono senza pietà.

Non solo. La conquista di Mariupol costituirebbe un messaggio di propaganda. Qui, infatti, la resistenza ucraina viene guidata dal reggimento ultranazionalista Azov, i cui membri sono accusati da Putin di essere neonazisti.

Infine, la vittoria su Mariupol potrebbe dare alle truppe russe uno slancio morale, considerata la stanchezza fisica e mentale dei soldati a quasi due mesi di guerra. Verrebbe alimentata, quindi, l’offensiva militare su altri punti di attacco del Paese. A quel punto, si cercherebbe di rispettare la data di “scadenza” della guerra, quella che per gli analisti americani corrisponde con il 9 maggio.

 

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Editor: Susanna Bosio

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