Guida Michelin Italia 2021 tra conferme, promossi, bocciati e sospensioni
Presentata in diretta streaming, la guida Michelin Italia 2021 sarà in commercio a partire da oggi. Ha fatto inoltre il suo debutto il nuovo simbolo dedicato alla sostenibilità – la stella verde – assegnato agli chef che promuovono una cucina più sostenibile.
Confermati tutti i tristellati
Tutte confermate le 11 Tre stelle Michelin in Italia. Secondo il giudizio degli ispettori Michelin, sono Piazza Duomo ad Alba; St. Hubertus a San Cassiano; Da Vittorio a Brusaporto; Dal Pescatore a Canneto sull’Oglio; Reale a Castel di Sangro: Enoteca Pinchiorri a Firenze; Enrico Bartolini al Mudec a Milano; Osteria Francescana a Modena; La Pergola a Roma; Le Calandre a Rubano; Uliassi a Senigallia.
Le novità nella categoria 2 stelle
Salgono a 37 i due stelle, con tre new entry.
Davide Oldani al D’O di Cornaredo (Milano), che si aggiudica anche la «stella verde», nuovo simbolo dedicato alla sostenibilità, e che dal palco della presentazione lancia un messaggio di conciliazione vita-lavoro: “Basta patire per questo mestiere, voglio che per i giovani sia meno duro”.
A fare il grande salto anche la giovane brigata del Santa Elisabetta a Firenze con la straordinaria cucina di Matteo Metullio e l’Harry’s Piccolo a Trieste guidato dal cuoco campano Rocco De Santis.
Nel palmares delle due stelle Michelin, invece, anche quest’anno non sono rientrati Cracco e Vissani.
I bocciati
Nella guida Michelin Italia 2021, dieci i ristoranti che non confermano la stella, tra cui «Marc Lanteri al Castello» di Grinzane Cavour e l’«Enoteca al Parlamento Achilli» di Roma.
Ma anche Bacco a Barletta, Il Riccio a Capri, La Corte a Follina, Casa del Nonno 13 a Mercato San Severino, Bye Bye Blues a Palermo, Al Ferarut a Rivignano, Osteria La Fontanina a Verona e Al Capriolo a Vodo Cadore.
Le new entry
I nuovi stellati sono 26, di cui quattro under 30 e 12 under 35 (nessuna donna, purtroppo).
Qualche nome: Antonio Ziantoni, che con «Zia» a Roma prende sia la stella che il premio Giovane chef, Riccardo Gaspari e i piatti di montagna al «SanBrite» di Cortina d’Ampezzo, Takeshi Iwai e la cucina nippo-italiana da «Aalto» a Milano, Juan Camilo Quintero, della scuderia Bartolini, al «Poggio Rosso», nel senese, Peter Brunel ad Arco (Trento), nel «Restaurant Gourmet» dove è stato premiato anche il servizio di sala di Christian Reiner.
Le sospensioni
Diciannove, invece, le “sospensioni” causa Covid: locali che non saranno nella guida 2021 perché hanno chiuso definitivamente (come lo storico Perbellini di Isola Rizza, nel veronese) o perché non hanno annunciato l’eventuale riapertura. Per esempio il Combal.zero di Davide Scabin a Rivoli e Metamorfosi di Roy Caceres a Roma.
Milano è la città che per la pandemia ha perso più stelle: Lume by Luigi Taglienti è chiuso fino a data da destinarsi, come per ora il Trussardi alla Scala riaperto solo durante il lockdown per il delivery consegnato dal patron Tomaso. Felix Lo Basso ha lanciato un locale che al momento fa take away, Yoji Tokuyoshi ha cambiato formula con la «Bentoteca», non considerata però dalla Rossa.
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