Dizionario Opera

Halka

Stanislaw Moniuszko è considerato il compositore nazionale polacco. Halka e Il castello dei fantasmi sono ritenuti i lavori migliori; copiosa la raccolta di liriche da camera. La vicenda è tratta dal poema omonimo di Kazimierz Wójcicki. Il poeta Wlodzimierz Wolski la fece conoscere a Moniuszko nel 1846; questi, entusiasta, chiede a Wolski di ridurla a libretto, e l’opera, composta in tempi relativamente brevi, è pronta nel maggio 1847. Il lavoro viene però rifiutato dal Teatro Wielki di Varsavia: il tema del conflitto di classe è ritenuto inadatto per una rappresentazione scenica, e potenzialmente pericoloso poiché potrebbe infiammare gli spettatori. La prima esecuzione assoluta ha luogo a Vilnius, il 1º gennaio 1848, con artisti dilettanti e in forma di concerto; l’opera, ancora nella versione in due atti, viene rappresentata solo nel 1854 a Vilnius. Due anni dopo Moniuszko rivede il lavoro, apportando delle modifiche: compone il duetto Jontek-Janusz, aggiunge i ballabili e il preludio all’atto terzo, mentre Jontek da tenore diviene baritono; in vista della rappresentazione al Teatro Wielki di Varsavia – che finalmente concede l’autorizzazione – amplia l’opera da due a quattro atti (suddividendo ogni atto originario in due). La composizione, così approntata nella versione definitiva, ottiene un successo clamoroso.

In casa del nobile Stolnik si celebra il fidanzamento della figlia Zofia con il giovane e nobile Janusz. Il giovane ode una voce lontana: è Halka, una contadina che egli ha sedotto e abbandonato. Rimasto solo, giunge Halka e gli chiede quali siano le sue intenzioni; Janusz tergiversa, e promette un incontro nel quale spiegherà tutto. Halka, nel giardino di casa Stolnik, attende Janusz. Arriva intanto Jontek – un montanaro di lei innamorato – che la mette in guardia sulla falsità di Janusz, e la prega di ritornare al villaggio; giunge Janusz, e Halka gli comunica d’essere il padre del bambino. Si raduna la folla, ma Janusz sostiene che Halka è matta, e ordina al servo Dziemba di portarla altrove. Nella piazza del villaggio giunge il corteo nuziale, per le nozze di Janusz e Zofia; Jontek tenta ancora di convincere Halka a dimenticare Janusz, ma ella si dichiara ancora innamorata. Mentre la cerimonia è in corso, Halka decide di dar fuoco alla chiesa, ma viene meno al suo proposito: ricorda il suo bambino morto d’inedia e, sconvolta dal dolore, si getta da un precipizio raccomandando la propria anima a Dio. Il finale è ambiguo, poiché mentre Jontek racconta a Janusz la morte di Halka, il servo Dziemba invita i villici a intonare una preghiera per i propri padroni; non è chiaro se si tratti di volontà dell’autore o del censore.

Non si poteva creare l’opera nazionale dal nulla. Numerosi sono infatti i modelli tratti dalla musica europea: tedesca, francese, ma soprattutto italiana, in particolare per lo stile e la forma dell’operismo rossiniano. Ma la musica popolare, che fa da contrappeso alle influenze europee e reca una nota originale al lavoro, è ben presente nella partitura, perfettamente integrata nella vicenda, e mai in funzione decorativa. Nella revisione Moniuszko aggiunge una serie di brani al fine di rendere più ampia e funzionale la vicenda, lasciando spazio anche a elementi che, a prima vista, paiono puramente ornamentali, come i ballabili del terzo atto. Ma qui Moniuszko non paga un debito al grand-opéra : è l’occasione per inserire ampi squarci di musica popolare, opportunamente rielaborata, senza creare il minimo squilibrio all’economia generale. Temi popolari sono presenti sin dal preludio, nella sortita di Halka (atto primo), il cui motivo musicale è alla base del duetto Halka-Janusz, sviluppato in più sezioni. L’aria di Halka nel secondo atto è descritta da Bülow come un piccolo capolavoro; l’aria di Jontek è su un ritmo krakowiak . Il finale, drammaticamente efficace, ricorda quello della Straniera di Bellini: in entrambi i casi la protagonista alterna il proprio canto a quello del coro; e la tragedia precipita poi velocemente. L’opera è tuttora ampiamente rappresentata in Polonia, e le ragioni del successo trascendono quelle musicali; essa è un simbolo di valore nazionale, e come tale viene recepita dal pubblico.

Type:

Opera in quattro atti

Author:

Stanislaw Moniuszko (1819-1872)

Subject:

libretto di Wlodzimierz Wolski

First:

Varsavia, Teatro Wielki, 1º gennaio 1858

Cast:

Stolnik (B), Dziemba (B), Janusz (T), Zofia (S), Halka (S), Jontek (Bar), Piper (Bar); ospiti di Stolnik, villici

Signature:

l.ge.

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