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Arte,  Mostra

Herbert Ferber, scultura come metafora di un’idea

L’esposizione alla Lorenzelli Arte a Milano, aperta fino al 30 aprile, sottolinea la grande capacità di Herbert Ferber nel restituire il senso dei volume e dello spazio entro processi di creazione e sperimentazione.

La scultura per Herbert Ferber – artista di fama internazionale già attivo nella fervente New York degli anni Quaranta e Cinquanta – deve poter incarnare un processo mentale lucido e forte e quindi possedere valore di metafora che veicoli qualità ideali astratte. Da qui il titolo della mostra “Scultura come metafora di un’idea”. Uno degli attori fondamentali della “generazione eroica” di New York. Ferber, grande amico di Rothko, al quale era legato da convinzioni comuni nell’arte e nella politica, negli anni successivi alla seconda guerra mondiale fu un importante membro della New York School, il gruppo di artisti americani che ha aperto la strada all’espressionismo astratto.

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Herbert Ferber, allestimento (Mt. Holly I, 1969, rame / Bartonville I, 1968, rame)

Herbert Ferber

Herbert Ferber nasce il 30 aprile a New York. Studia alla Columbia University, al Beaux Art Institute di design di New York e alla National Academy of Design, sempre a New York. I suoi primi lavori di prendono vita nel 1931. All’inizio sono sculture prevalentemente in legno e pietra. Nel 1940 Fonda la Federazione dei pittori e scultori moderni, come gruppo scissionista del Congresso degli artisti americani.   Con Meyer Schapiro, Adolph Gottlieb, Mark Rothko, Ilya Bolotowsky, Bradley Walker Tomlin, David Smith e altri. . Nel 1944 crea la sua ultima opera in legno, e nel 1945, influenzato dalle opere di Henry Moore in mostra alla galleria di New York di Curt Valentin, Ferber sperimenta il cemento rinforzato con acciaier ottenere maggiori spazi aperti nelle sue opere. Seguono le sue prime sculture astratte, e le sue prime opere in metallo saldate. Dal 1946 al 1947, l’artista è sempre più legato ai pittori espressionisti astratti e frequenta anche la galleria-museo Art of This Century di Peggy Guggenheim.

HERBERT FERBER. SCULTURA COME METAFORA DI UN'IDEA
Herbert Ferber, Untitled, 7/70, ink and acrylic wash

Il periodo astratto

Le sculture più famose di Ferber sono forme vuote e aperte in metallo saldato. Sebbene astratti, i loro titoli e le forme spesso appuntite suggeriscono forze in conflitto; “Labors of Hercules” ne è un esempio. Nel 1950 si unisce agli Irascibili per protestare contro la mostra di pittura giuridica al Metropolitan Museum of Art. Socio fondatore del “The Club”.

Verso la metà degli anni ’50, inizia a creare quelle che chiamerà sculture coperte; alcune parti pendevano dal soffitto mentre altre si alzavano dal pavimento. A queste seguono le cosiddette opere di gabbia: forme grandi e squadrate all’interno delle quali erano inserite altre forme. Per la mostra Sculpture as Environment del 1961 al  Whitney Museum of American Art di New York City, il grande artista ha creato un’installazione in vetroresina. Un’intero spazio, simile ad una stanza, in cui il visitatore poteva entrare Negli anni ’70, infine, Ferber ha continuato la sua esplorazione della forma astratta, principalmente con grandi pezzi all’aperto.

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Herbert Ferber, William V 10/1979, ink and acrylic wash and pastel

 La mostra

 Le sue opere sono collocate nelle raccolte dei più importanti musei del mondo fra cui il MoMa, il Whitney Museum e il Guggenheim Museum di New York, la National Gallery di Washington e il Centre Pompidou di Parigi. 
La rassegna milanese di cui qui parliamo presenta venti sculture e trenta disegni realizzati tra il 1952 e il 1985, anni della piena maturità dello scultore americano, mostrando al pubblico italiano l’acme della parabola artistica di uno degli attori fondamentali del Novecento. Un’occasione da non perdere!

Fino al 30 aprile alla Galleria Lorenzelli Arte – Corso Buenos Aires 2, Milano con i seguenti orari: martedì/sabato, ore 10.00/13.00 – 15.00/19.00. Lunedì su appuntamento. Festivi chiuso.

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