Dizionario Opera

Hippolyte et Aricie

Al momento del debutto sulle scene parigine di Hippolyte et Aricie , il suo primo lavoro operistico, Jean-Philippe Rameau aveva compiuto da pochi giorni cinquant’anni. La sua notorietà era legata, oltre che a un’apprezzatissima attività di organista, alle composizioni per clavicembalo e al grande Traité de l’harmonie réduite à ses principes naturels (Trattato dell’armonia ridotta ai suoi principi naturali), pubblicato a Parigi nel 1722. Già da qualche anno, a dire il vero, Rameau desiderava accostarsi al genere operistico, ma i suoi tentativi per ottenere un libretto adatto erano falliti. Soltanto nel 1731 l’appaltatore generale La Pouplinière, dopo averlo assunto come direttore della sua prestigiosa orchestra privata, presentò Rameau a Voltaire, che gli fornì il libretto di Samson ; ma, una volta terminata, quest’opera di soggetto biblico fu bloccata dalla censura e non poté essere rappresentata – e anche per questo, probabilmente, la musica scritta da Rameau per Samson è andata perduta, anche se si ipotizza un suo parziale riutilizzo in opere successive. La Pouplinière pensò allora di rivolgersi all’abate Pellegrin, che scrisse il libretto di Hippolyte et Aricie . L’impatto dell’opera sul pubblico e sulla critica fu enorme. Lo straordinario vigore drammatico della partitura e la complessità del linguaggio musicale creato da Rameau erano qualcosa di assolutamente inaudito; la musica possedeva una carica rivoluzionaria non inferiore a quella che, sul piano teorico, aveva caratterizzato il Traité . Immediato fu il divampare delle polemiche: nacque così una delle più celebri e violente querelles della storia teatrale francese, quella tra i sostenitori di Rameau ( ramistes ) e i difensori della tradizione, rappresentata da Lully (i cosiddetti lullistes ), uno scontro destinato ad acuirsi ulteriormente con le successive opere di Rameau.

La vicenda è incentrata, più ancora che sul contrastato amore tra i due eroi eponimi, sulle figure tragiche di Thésée e Phèdre. Il re, temendo che i Pallantidi possano insidiargli il trono, costringe Aricie a consacrarsi a Diana; ma la principessa, che ama riamata Hippolyte, figlio di primo letto di Thésée, rifiuta di sottostare all’ordine che in tal senso le viene impartito dalla regina Phèdre: in sua difesa interviene Diana stessa, che l’ha posta sotto la sua protezione. Nel frattempo Thésée, che ha accompagnato l’amico Piritoo agli inferi in un fallito tentativo di rapire Proserpina, la sposa del dio dell’Ade Plutone, viene minacciato dal dio stesso; Mercurio accorre in aiuto del re e ne ottiene la libertà, ma le Parche predicono a Thésée che ritroverà l’inferno nella sua dimora. Phèdre, che crede morto il marito, offre infatti il trono al figliastro Hippolyte, da lei segretamente amato; ma il giovane rifiuta, dichiarando il suo amore per Aricie, e riesce a riprendere la spada che la furente regina gli aveva strappato. Proprio in quel momento sopraggiunge Thésée: la regina, sopraffatta dalla vergogna, si allontana, ma la sua confidente, Oenone, insinua che sia stato Hippolyte ad attentare all’onore della matrigna. Thésée assiste angosciato ai festeggiamenti per il suo ritorno e invoca la vendetta di Nettuno. Hippolyte, scacciato dal padre, ritorna nel bosco di Diana, dove è raggiunto da Aricie, a cui chiede di condividere il suo esilio. Le celebrazioni in onore di Diana sono bruscamente interrotte dall’apparizione di un terribile mostro, emerso dalle acque del mare: Hippolyte lo affronta coraggiosamente e scompare con lui fra le onde in tempesta. Sopraggiunge Phèdre: oppressa dal rimorso per quella che crede la morte del figliastro, prega gli dèi di serbarla in vita fino a che non avrà rivelato a Thésée l’innocenza di Hippolyte. Dopo che la regina si è tolta la vita Thésée, che ha appreso da lei la verità, sta per gettarsi in mare, ma viene fermato da Nettuno, che gli comunica che Hippolyte è stato salvato da Diana. Il re dovrà però espiare le sue colpe: non potrà mai più rivedere il figlio. Nell’ultima scena Diana presenta ad Aricie e agli altri sudditi l’arrivo del nuovo re: è Hippolyte, che può finalmente riunirsi all’amata.

Con Hippolyte et Aricie Rameau seppe rinnovare profondamente il linguaggio della tragédie lyrique , pur mantenendosi ancora all’interno della tradizione fissata da Lully. I maggiori fattori di novità risiedono nella varietà degli stili melodici, nell’abbondanza di ensembles e cori e nella strabiliante ricchezza della scrittura orchestrale, che fanno di quest’opera uno dei massimi esiti del teatro musicale del Settecento.

Type:

Tragédie en musique in un prologo e cinque atti

Author:

Jean-Philippe Rameau (1683-1764)

Subject:

libretto di Simon-Joseph de Pellegrin, da Phèdre di Jean Racine, Hippolytos di Euripide e Phaedra di Lucio Anneo Seneca

First:

Parigi, Opéra, 1 ottobre 1733

Cast:

Aricie (S), Hippolyte (Hc), Phèdre (S), Thésée (B), Oenone (S), Arcas (Hc), Diane (S), Amore (S), Jupiter (B), Tisiphone (Hc), Pluton (B), Mercure (T), Neptune (B), la gran sacerdotessa di Diana (S), le Parche (Hc, T, B), un paggio d’

Signature:

p.r.

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