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Hong Kong, vietate le celebrazioni in ricordo del massacro di Tian’anmen

La polizia di Hong Kong ha comunicato che sono vietate tutte le celebrazioni per il 33imo anniversario del massacro di piazza Tian’anmen

Per decenni la città e le persone di Hong Kong hanno ricordato con manifestazioni ed eventi il massacro di piazza Tian’anmen avvenuto il 4 giugno 1989, in cui l’esercito aprì il fuoco contro i manifestanti pacifici, per lo più studenti, uccidendone centinaia se non migliaia. Ora, la nuova legge di sicurezza nazionale del 2020, come comunicato dalla polizia, impedisce qualsiasi commemorazione.

Hong Kong e il ricordo vietato

Fino al 2020 Hong Kong era uno dei pochi posti su suolo cinese in cui le celebrazioni commemorative erano permesse, inclusa quella per Tian’anmen. Poi vennero la legge di sicurezza nazionale imposta dal governo centrale di Pechino e le regole anti Covid-19, usate anche come scusa per impedire gli assembramenti. Nonostante ciò, nel 2020 molti gruppi pro democrazia sfidarono le imposizioni e si riunirono per commemorare il massacro. 24 persone vennero arrestate e poi condannate.  Nel 2021 la polizia impedì l’accesso all’iconico Victoria Park ma le persone si riunirono lo stesso in giro per la città.

 

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Quest’anno sarà diverso. L’elezione del nuovo Chief Executive, John Lee, supportato direttamente da Pechino che entrerà in carica il prossimo primo luglio, ha lasciato intendere che le restrizioni saranno rinforzate. La polizia ha avvertito che si rischia di violare la legge contro gli assembramenti illegali se si cerca di celebrare l’anniversario, indipendentemente dal numero dei partecipanti.

“Quando ci sono altre persone lì e c’è l’obiettivo comune di esprimere alcuni appelli, questo è già sufficiente per renderti membro di un’assemblea illegale “, ha affermato giovedì Liauw Ka-kei, come riporta il Guardian. Inoltre, ha precisato che vestire di nero, portare fiori o candele e avvicinarsi al Victoria Park è sufficiente per far scattare gli accertamenti della polizia. “Se una persona ci fa capire che il suo scopo è quello di incitare gli altri, ovviamente faremo degli accertamenti”, ha aggiunto Liauw.

Non solo sono vietate le manifestazioni commemorative, ma è anche in corso una campagna per la rimozione di tutti i segni in ricordo del massacro in giro per la città. Lo scordo dicembre, per esempio, l’Università di Hong Kong ha rimosso la famosa statua “Pillar of Shame” a cause delle nuove direttive.

Ci sono molti altri esempi che dimostrano l’insistenza di Pechino per rimuove ogni segno di questo evento che, ancora oggi, è un tabù in Cina, come la sostituzione con piante della pavimentazione dello Swire Bridge su cui c’era una scritta in supporto alle vittime

Il recente crackdown ha colpito anche i media, gli artisti e i professionisti che si dichiarano difensori e promotori della democrazia. Sono decine i giornali o media outlet che hanno chiuso e gli arresti di giornalisti sono quasi all’ordine del giorno. Anche L’Hong Kong Alliance, il più importante gruppo di difesa di Tian’anmen e organizzatore della veglia, è stata perseguita come “agente straniero” per incitamento alla sovversione.

 

Cover Photo: Todd R. Darling/HKFP.

 

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Editor: Lorenzo Bossola

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