i grandi autori della letteratura russa
Letteratura

I grandi autori della letteratura russa: sono davvero da censurare?

Che colpa hanno i grandi autori della letteratura russa?

Negli ultimi giorni i grandi autori della letteratura russa sono stati accusati di essere i fautori del pensiero di Putin, e quindi anche una delle cause di ciò che sta accadendo contro l’Ucraina. Ma anche se fosse, vale davvero la pena di censurarli?

i grandi autori della letteratura russa

La letteratura e la guerra

Non sarebbe la prima volta che un capo di uno stato e fautore di una guerra si rifaccia alla letteratura per giustificare il suo pensiero e lo stesso conflitto. Durante la Seconda Guerra Mondiale, come ben noto, sono stati molti gli scritti su cui il Führer ha basato il suo pensiero, ma oggigiorno sono leggibili senza nessuna remora o censura.

Perché i grandi autori della letteratura russa dovrebbero essere puniti per essere russi, o per essere le fondamenta di un pensiero?

Dostoevskij, Gogol’, Turgenev, Pusˇkin, Lermontov, Tolstoj, Solgenitsin, e Bulgakov sono capisaldi della letteratura russa, e i loro testi sono entrati a far parte anche della nostra cultura letteraria. Eppure, oggi, nel creare le fazioni “pro Putin” e “contro Putin”, i loro testi sono messi al vaglio, quasi a rischio censura. I loro grandi testi diventa strumenti per appoggiare o contrastare la guerra in atto. Putin utilizza i grandi autori della letteratura russa per esplicare la sua l’ideologia, cercando di far tornare in auge il sentimento nazionalista che accomuna molti di loro. Le controparti invece utilizzano i testi come oggetti da dover bandire, perché portatori di un’idea sbagliata, che fino a qualche settimana fa non dava problemi.

i grandi autori della letteratura russa
Illustrazioni di alcuni autori russi

Cancellare la cultura russa nel mondo?

In questo momento di ostilità verso la Russia, si sta cercando di cancellare tutto ciò che riguardi la sua cultura. Si stanno impendo lezioni, letture, concerti di grandi classici della cultura russa, solo perché russi.

Voler sostenere l’Ucraina, vittima di questa guerra, non vuol dire dover eliminare dal rader tutto ciò che ha a che fare con la Russia. Analogamente, sarebbe come se tutte le bellezze italiane, dalle opere d’arte agli scritti, venissero ripudiate perché appartenenti alla terra in cui si istaurò il Fascismo.

In pochi giorni, persone stimate in tutto il mondo per la loro professione, testi dei grandi autori della letteratura russa, amati e elogiati per anni, hanno perso il loro status, perché associati con il paese aggressore.

Una censura così, nel XXI secolo, in Europa, non si era ancora vista.

Pensare a ciò che stava per accadere all’Università Bicocca di Milano, è aberrante. Voler impedire un corso di approfondimento su un’autore russo, studiato da generazioni, fa capire che si sta oltrepassando un limite. Limite che forse non si supera dal più grande conflitto mondiale.

Il nostro paese, da sempre promotore della cultura, in tutte le sue forme e di tutti i popoli, in queste settimane ha fallito. Volendo oscurare artisti e capolavori della letteratura russa, l’Italia sta dimenticando che la cultura è ciò che può salvare le persone.

Testi come “Anna Karenina”, “Guerra e pace“, “Delitto e castigo”, le musiche di Čajkovskij, le pitture di Andrej Rublev, sono dei capolavori da dover continuare ad apprezzare, anche se di nazionalità russa.

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Editor: Marta Cinnadaio

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