I GRANDI MECENATI AMANTI DEI MACCHIAIOLI
I GRANDI MECENATI AMANTI DEI MACCHIAIOLI
I GRANDI MECENATI AMANTI DEI MACCHIAIOLI ,Era il 1855 e un gruppo di pittori si riuniva al Caffè Michelangelo attorno al critico Diego Martelli per dare vita a un nuovo movimento tutto italiano. Telemaco Signorini, Giovanni Fattori, Raffaello Sernesi, e diversi altri pittori, opponendosi al Romanticismo, al Neoclassicismo e al Purismo accademico puntavano a un’immagine verista realizzata con macchie di colore e di chiaroscuri all’interno del dipinto. Una tecnica ricca di contrasti da cui deriva il nome del gruppo: i Macchiaioli. Un termine, che benché coniato in senso dispregiativo da un critico, e apparso per la prima volta ne La Gazzetta del Popolo, venne adottato dal gruppo di artisti come identificazione di una nuova pittura.
Un genere amato da diversi collezionisti dell’epoca
Un genere amato da diversi collezionisti dell’epoca, come Cristiano Banti, Rinaldo Carnielo, Edoardo Bruno, Gustavo Sforni e diversi altri, che fecero tesoro del movimento italiano più importante del XIX secolo, opere di grande rilievo oggi in mostra al Chiostro del Bramante a Roma. Cento dieci dipinti esposti, punta di diamante di ricchissime raccolte di grandi mecenati, personaggi di straordinario interesse, accomunati dalla passione per la pittura, imprenditori e uomini d’affari innamorati della bellezza, senza i quali oggi non avremmo potuto ammirare questi capolavori.
La mostra suddivisa in nove sezioni,
La mostra suddivisa in nove sezioni, con un rimando alle collezioni di appartenenza, raccontano come le conquiste formali e concettuali dei Macchiaioli furono recepite e sviluppate dalle successive generazioni di pittori. Oltre a essere apprezzate dagli amanti dell’arte e della cultura che ne fecero tesoro in tutti i sensi.
I Macchiaioli. Le collezioni svelate
Dal 16 marzo al 4 settembre
Chiostro del Bramante, Roma
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