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I primi vent’anni dell’Euro: luci e ombre sulla moneta unica in Europa nella corsa dei prezzi

Euro: vent’anni dopo cosa è cambiato in Italia e in Europa?

Sabato 1° gennaio 2022 l’Euro compie vent’anni. Nello stesso giorno del 2002, infatti, il nostro Paese, insieme ad altri 11 dell’Unione Europea, convertiva la Lira in Euro. La moneta unica è stato il passo decisivo verso l’integrazione europea, favorendo la comune politica estera e la cooperazione negli affari interni. Questi erano i principali pilastri stabiliti a Maastricht, il 7 febbraio 1992, dai dodici Paesi dell’allora Comunità europea.

«Con l’euro lavoreremo un giorno di meno guadagnando come se lavorassimo un giorno di più». Questa frase, pronunciata nel 1999 da Romano Prodi, allora presidente del Consiglio, si trova oggi nei libri di storia. La realtà, però, è che dopo 20 anni si lavora uguale, si guadagna uguale, ma si spende di più perché il costo della vita è aumentato.

Ecco, dunque, perché i vent’anni dall’euro, che si celebrano in questi giorni, si presentano in realtà con tante ombre.

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Introdotto l’Euro vent’anni fa

L’Euro venne introdotto per la prima volta nel 1999, ma l’effettiva circolazione iniziò il 1° gennaio 2002. Fino al 28 febbraio successivo, l’Euro affiancò le rispettive monete nazionali. Dal 1° marzo si concretizzò l’effettiva sostituzione.

Gli unici Paesi dell’Unione a non aver adottato l’Euro sono Danimarca, Svezia, Croazia, Ungheria, Bulgaria, Romania, Polonia e Repubblica Ceca.

Vent’anni dopo l’Euro: l’indagine di Altoconsumo sui prezzi

Che la conversione alla moneta unica facesse aumentare i prezzi era la prima preoccupazione per gli Italiani. Il tasso di cambio, infatti, venne subito messo in discussione dall’opinione pubblica. Da una rilevazione di Altoconsumo sui consumi in Italia negli ultimi 20 anni emerge una fotografia chiara della situazione attuale.

Il prezzo del pane fresco è aumentato dell’82%, quello del caffè del 124%. Ma anche per mangiare una pizza si spende il 76% in più rispetto al 2001. È aumentato il prezzo della benzina del 75%, e dell’87% quello del gasolio.

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Effettivamente, quindi, un importante rialzo dei prezzi c’è stato, ma principalmente sui prodotti acquistati quotidianamente. Parallelamente, però, i prezzi di altri servizi come quello energetico o informatico hanno subìto una diminuzione. Mentre l’inflazione torna a crescere (+3,9% annuale), condizionando le scelte per supermercati e banche, il quadro attuale è variabile ma non drammatico: tranne alcuni picchi notevoli, il prezzo dei due terzi dei beni è salito meno dell’inflazione.

Ad influire maggiormente negli ultimi anni sono stati prima la crisi e poi il Covid.

I vent’anni dell’Euro: prospettive future della Next Generation EU

Quello sull’Euro è quindi un giudizio difficile da dare e sicuramente in chiaroscuro. A pesare sui detrattori della moneta comune è forse l’alta aspettativa che si era creata. All’orizzonte c’è però una importante risposta data dalle istituzioni europee per far fronte alla recente crisi causata dal Covid. Ed è il Next Generation EU, un programma di aiuti economici da 750 miliardi concesso agli stati dell’Unione che ne fanno richiesta presentando piani di ripresa e resilienza.

Il programma è un ulteriore passo verso l’integrazione europea e potrebbe aumentare il PIL reale dell’Eurozona dell’1,5% nel medio termine.

 

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Editor: Susanna Bosio

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