Arte

I SEE A DARKNESS: VIDEOARTE ALLA FONDAZIONE SANDRETTO

 

Occhi in primissimo piano, aperti, chiusi, un battito di ciglia. Uno sguardo insofferente. Una musica suona, poi si ferma, per pochi secondi i violini non si sentono più, ripartono solo quando l’inquadratura è su un viso candido, malinconico e sofferente. È quello di una donna, lei incessantemente accarezza qualcosa di soffice, morbido. Lo schermo è diviso in due, i due schermi dialogano. In primo piano da un lato una mano, dall’altro lo scorrere della natura: al rumore e al gesto del pugno corrisponde un tronco di un albero, come se la mano volesse imprimersi (o schiantarsi) lì. La musica suona e si interrompe, riprendere all’apparire di due volti. Poi la pioggia, il rumore della natura, forse qualcuno corre calpestando delle foglie, degli uccellini cinguettano. Ancora i due volti sofferenti dei due amanti separati, desiderosi ancora l’uno dell’altro. lo schermo li vorrebbe ricongiungere, ma non può.

Non siamo davanti a un film di Terrence Malick, molto meglio, abbiamo appena assistito a Deer, il video di Victor Alimpiev, uno dei sette artisti convocati alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino nella mostra I See a Darkness. Titolo, per altro, preso a prestito dall’opera esposta di Joao Onore. Qui, dal buio assoluto si passa a una leggera luminosità, mentre la voce di un bambino inizia a intonare l’omonima ballata angosciante di Will Oldham. Potremmo tranquillamente chiudere gli occhi, contare il tempo, far trascorre quaranta secondi prima di riaprirli. Solo allora si inizierà a intravedere la luce, e con la luce a poco a poco il volto del piccolo. Ancora nessuna mimica facciale. La canzone continua a suonare, prima un viso concentrato, siamo in una sala di registrazione, l’inquadratura si allarga: il bambino non è solo, con lui un altro, suona il piano. Pronuncia la parola brother e finalmente sorride, quasi compiaciuto, perché l’oscurità andrà via, se non sarà più solo. È una speranza legata alle emozioni, le più variegate. Le stesse che si percepiscono al “cinema” della Fondazione, nell’osservare (meglio in loop) i sette video in mostra.

 

I See a Darkness
Fino al 12 giugno
Fondazione Sandretto Re Rebaduengo, Torino

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