Dizionario Arte

ideale

Il concetto di qualcosa di perfetto che nelle arti visive si riferisce alle opere che cercano non solo di riprodurre il meglio della realtà, ma anche di perfezionarla, eliminando gli inevitabili difetti. La definizione deriva in ultima analisi da Platone e dalla sua concezione secondo la quale tutti gli oggetti percepibili sono copie imperfette che richiamano solo approssimativamente l’Idea eterna e non percepibile che vi è sottesa. Quest’idea ricompare con il nuovo interesse per il platonismo nel rinascimento italiano e in seguito molta arte europea accetta come modello di bellezza ideale la statuaria classica (vedi antichità). L’esposizione più influente di questo concetto fu una conferenza che Bellori tenne all’Accademia di San Luca (vedi accademia) a Roma nel 1664, e che fu poi pubblicata come introduzione alle sue Vite nel 1672. Secondo Bellori, l’artista contemporaneo che meglio esemplificava la sua dottrina era Poussin, il cui esempio influenzò molto l’ Académie Royale francese nel XVII secolo. La dottrina diede giustificazione filosofica alla grande maniera e fu alla base delle critiche rivolte agli artisti anti-idealistici come Caravaggio e Rembrandt, che si riteneva avessero violato le regole della buona arte. Sebbene questa dottrina sia stata responsabile di tanta arte arida, è stata anche d’ispirazione a grandi artisti come Raffaello e Guido *Reni.

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