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Il destino della politica italiana: mercoledì il voto di fiducia a Mario Draghi

Crisi di Governo, ecco a che punto siamo: mercoledì 20 luglio il giorno della verità

Mercoledì 20 luglio 2022, Mario Draghi parla alla Camere, dopo cinque giorni di tensione. Dopo l’accordo tra la Presidente del Senato, Elisabetta Casellati, e il Presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico, il premier si presenterà prima al Senato e poi alla Camera con il voto di fiducia. Il tentativo dei Cinque stelle e del Pd di far partire il dibattito dalla Camera non è andato a buon fine.

Il premier ha già scritto le parole che pronuncerà in Senato e con le quali sapremo quale sarà il destino della politica italiana. Dopodiché, il testo del discorso verrà depositato alla Camera e sarà l’Aula di Palazzo Madama ad esprimersi per prima sulla fiducia.

Ma chi appoggerà il Governo Draghi e chi deciderà di uscirne? Il Movimento 5 stelle è sempre più spaccato. Infatti, i cinque giorni di riflessione concessi da Sergio Mattarella non hanno fatto altro che aumentare le tensioni interne al partito.

Per di più, la linea di Forza Italia e Lega è netta: no a un nuovo Governo Draghi con i grillini.

Ecco quali sono i diversi scenari.

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Il destino della politica italiana: gli scenari

Quali sono i possibili scenari, dopo che Sergio Mattarella ha respinto le dimissioni di Mario Draghi?

L’ipotesi meno plausibile, ma che piace molto a Lega e Forza Italia, è un governo Draghi senza i Cinque stelle. «La soluzione è o un governo Draghi senza 5s o si va a votare», afferma il coordinatore FI Antonio Tajani. Ora come ora, non sembra la strada verso la quale sarà indirizzata la politica italiana.

Lo scioglimento delle Camere e la conferma delle dimissioni di Mario Draghi con conseguente voto a ottobre è stata l’ipotesi più gettonata negli ultimi giorni, anche se le cose sono cambiate all’ultimo minuto.

Infatti, mercoledì 20 luglio, Mario Draghi ritorna alle Camere, dove accetterà di sottoporre il suo Governo a un nuovo voto di fiducia, anche se il premier sembra non voglia ritornare sui suoi passi.

Nuovo voto di fiducia a Mario Draghi: ecco cosa potrebbe accadere

Dunque, Mario Draghi potrebbe cambiare direzione e continuare a governare con una nuova fiducia, grazie anche alle sollecitazioni che gli arrivano da più parti. Dopo il nuovo voto al Senato e alla Camera, il Presidente del Consiglio sale al Colle. Qui confermerà o ritirerà le sue dimissioni.

Se il Movimento 5 stelle decide di appoggiare il governo, Mario Draghi non si dimette. Ma se i grillini non voteranno la fiducia una seconda volta le strade sono due: il premier torna al governo dopo il pressing degli ultimi giorni, soprattutto del Pd, oppure il Presidente del Consiglio conferma le sue dimissioni, dopo aver ribadito più volte di non voler continuare senza i Cinque stelle.

Nel caso in cui Sergio Mattarella sia costretto a sciogliere le Camere, dopo aver invitato il premier Draghi a riflettere per qualche giorno sulla sua scelta, probabilmente si andrà al voto il 2 o il 9 ottobre.

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Un ritorno al passato

Le dimissioni di Mario Draghi ricordano il lontano 1994, anno in cui Oscar Luigi Scalfaro, Presidente della Repubblica dal 1992 al 1999, decise di sciogliere le Camere senza consultare i partiti, dopo solamente due anni di legislatura. A premere per la cacciata di Carlo Azeglio Ciampi dal Governo, era la sinistra dei progressisti, convinta che avrebbe vinto le future elezioni. Dunque, Scalfaro lasciò solo l’ex banchiere centrale Ciampi (come l’attuale premier Mario Draghi) a gestire Palazzo Chigi fino alle urne. Alle nuove elezioni vinse Silvio Berlusconi.

 

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Editor: Vittoria Ferrari

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