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Il discorso del re: in tv il film su Re Giorgio, padre di Elisabetta II

Mercoledì sera va in onda la magistrale pellicola pluripremiata agli Oscar del 2011

Per la prima serata di oggi, Iris propone The King’s Speech, il film che ruota attorno alla figura di Giorgio VI, noto per i suoi problemi di balbuzie, e al rapporto col logopedista Lionel Logue. Colin Firth, Helena Bonham Carter e Geoffrey Rush sono i tre incredibili protagonisti.

Il discorso del re: in tv l’impeccabile film campione d’incassi

Mercoledì 13 gennaio alle 21:10 verrà trasmesso su Iris “Il discorso del re”. Il film del 2010 racconta la storia di Re Giorgio VI, padre dell’attuale regina Elisabetta, e ricopre un arco temporale di quasi 15 anni. Prende infatti avvio nel 1925, quando Albert, che allora era “solo” duca di York, tiene il discorso di chiusura del British Empire Exhibition al Wembley Stadium.

il discorso del re in tv - una scena del film
Il discorso del re in tv – una scena del film

Un chiaro problema di balbuzie è per lui motivo di disagio e imbarazzo e decide di sperimentare varie terapie per curarsi, ma con scarsissimi risultati, rinunciando così a tenere altri discorsi in pubblico. Essendo comunque il figlio minore del Re, il suo ruolo istituzionale è molto limitato e nel tempo che passa con l’amata famiglia i suoi problemi di espressione sembrano svanire.

Ciò non accade invece col padre, autoritario e anaffettivo, la cui presenza non fa che evidenziare i problemi del principe. La moglie Elizabeth (la futura regina madre) decide di rivolversi all’eclettico Lionel Logue, logopedista dai metodi piuttosto anticonvenzionali, e gli chiede di aiutare il marito. Il duca di York si sottopone malvolentieri a quello che crede sarà l’ennesimo trattamento fallimentare. Ma quando, dopo una seduta in cui Logue gli ha fatto recitare un passo dell’Amleto con la musica in cuffia ad alto volume, si rende conto di aver letto in maniera fluida, decide di accettare la terapia.

Inizia da quel momento un percorso in cui il dottore pone delle regole precise. Tra queste, quella di poter chiamare il principe “Bertie“, soprannome usato solo dalla famiglia. Tra rilassamenti muscolari, esercizi di movimento della lingua e di pronuncia, il terapeuta di origini australiane instaurerà col duca un rapporto di sincera amicizia. Ma intanto, la monarchia è scossa dalla morte di Giorgio V, il cui posto viene preso dal principe del Galles Edoardo VIII.

La sua volontà di sposare una donna già divorziata due volte lo rende però inadatto ad essere il sovrano e il capo della Chiesa d’Inghilterra. Ben presto infatti, per amore della sua futura moglie, Re Edoardo abdica al trono, che passa di diritto proprio al fratello minore, il quale viene designato col nome di Giorgio VI.

In qualità di nuovo monarca, egli non può più sottrarsi ai discorsi in pubblico, e il momento cruciale arriva quando la Gran Bretagna dichiara guerra alla Germania. E il re dovrà pronunciare il discorso più importante della sua vita, per ispirare un’intera nazione.

Una storia difficile in un contesto drammatico

Il discorso del re è un film impeccabile ed elegante che traccia il profilo di un sovrano che è innanzitutto un uomo. Un uomo con un handicap, si potrebbe dire, che si porta dietro da tutta la vita e che lo ha sempre condizionato. L’educazione rigida e tradizionale ha sempre schiacciato il protagonista, che si ritrova da adulto ad essere irritabile, a tratti snob ma anche arrendevole.

Il ruolo inaspettato di re lo costringe a fare i conti col suo senso di inadeguatezza e di inferiorità rispetto al fratello. La malinconia e il dolore profondo provati dal duca di York lo bloccano, impedendogli di esprimersi adeguatamente.

Il tutto, per di più, in un contesto in cui la voce è diventata il mezzo principale, se non l’unico, per raggiungere un intero popolo, vista la diffusione della radio. Un mezzo di cui Adolf Hitler fa sapiente uso, a differenza di Giorgio VI, incapace all’inizio di stare al passo con la modernità e con le richieste che essa impone. Di fronte all’avvicinarsi della guerra poi, un dramma personale si unisce a quello collettivo, e non c’è spazio per la paura di un monarca.

Un cast brillante e decine di premi

A rendere giusta a questa vicenda storica ci pensa innanzitutto Tom Hooper, che ha diretto il film guadagnando l’Oscar alla Miglior Regia. Egli è in grado di mettere in luce i tratti psicologici salienti del protagonista, interpretato da uno straordinario Colin Firth. Adegua il parlare e l’aspetto a quelli di Re Giorgio VI, ingobbito, timido, sempre rigoroso e quasi piegato dalla disciplina. Per il ruolo, ha meritatamente vinto l’ambita statuetta per il Miglior Attore Protagonista. Sempre nel 2011, la pellicola ottiene anche gli Oscar come Miglior Film e Miglior Sceneggiatura Originale.

Il discorso del re incassò pure altre 8 candidature, tra cui quelle come Miglior Attore e Attrice Non Protagonista per Geoffrey Rush e Helena Bonham Carter. I due interpretano rispettivamente Lionel Logue ed Elizabeth Bowes-Lyon, consorte del monarca, e completano un terzetto di attori incredibili che padroneggiano perfettamente i ruoli a loro affidati.

Il discorso del re in tv - la locandina del film
Il discorso del re in tv – la locandina del film

Due piccole curiosità. Per convincere Rush ad accettare la parte, qualcuno della produzione gli mise la sceneggiatura nella cassetta delle lettere, con aggiunta una nota in cui si affermava come egli fosse perfetto per il ruolo. Per quanto riguarda Helena Bonham Carter, i suoi impegni sul set dovettero incastrarsi con quelli di un altro film. Nello stesso periodo infatti, l’attrice stava anche girando i due capitoli di Harry Potter e I Doni Della Morte.

Tra gli altri interpreti troviamo altre due conoscenze del mondo del maghetto della Rowling. Si tratta di Timothy Spall, che qui recita nei panni di Winston Churchill, e di Michael Gambon, interprete di Re Giorgio V. Guy Pearce è infine Edoardo VIII, fratello maggiore del duca di York – anche se nella realtà l’attore ha 7 anni in meno di Colin Firth.

Il grande cinema vi aspetta oggi alle 21:10 su Iris, canale 22. Un re che voleva imporsi il silenzio trova la propria voce in un momento in cui il mondo, e la storia, hanno bisogno di sentirla. Forte e chiaro.

Autore: Chiara Anastasi

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