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Cinema,  Storia

Il festival di Cannes compie 72 anni

Il 20 settembre 1946 si apriva la prima edizione del prestigioso Festival di Cannes. Sono passati ben 72 anni.

La prima edizione del Festival di Cannes

Era il 20 settembre 1946, un anno dopo la fine della Seconda guerra mondiale. In un’epoca quindi di ricostruzione – di oggetti materiali, ma anche di relazioni internazionali e sociali – si tiene la prima edizione del Festival di Cannes, uno degli eventi cinematografici più prestigiosi del mondo. Una giuria, quella di allora, formata dai rappresentanti dei diversi paesi partecipanti.

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Roberto Rossellini

In quella prima edizione, ben undici Grand Pix sono stati assegnati, rispettivamente a:

  • La grande svolta (Великий перелом, Velikij perelom), regia di Fridrikh Markovitch Ermler (URSS)
  • Uomini senz’ali (Muzi bez krídel), regia di František Čáp (Cecoslovacchia)
  • Spasimo (Hets), regia di Alf Sjöberg (Svezia)
  • La vergine indiana (María Candelaria), regia di Emilio Fernández (Messico)
  • Roma città aperta, regia di Roberto Rossellini (Italia)
  • Neecha nagar, regia di Chetan Anand (India)
  • Breve incontro (Brief Encounter), regia di David Lean (Gran Bretagna)
  • Sinfonia pastorale (La symphonie pastorale), regia di Jean Delannoy (Francia)
  • Giorni perduti (The Lost Weekend), regia di Billy Wilder (USA)
  • I campi scarlatti (De røde enge), regia di Bodil Ipsen e Lau Lauritzen (Danimarca)
  • L’ultima speranza (Die Letzte Chance), regia di Leopold Lintberg (Svizzera)

Da ieri a oggi

Oggi, il Festival di Cannes è giunto alla sua 71° edizione e, nel 2019, si terrà la 72°. Più di mezzo secolo dedicato al cinema, tra dive e grandi artisti indimenticabili. Basti ricordare che, in quella prima edizione, tra i film in concorso c’era Notorius – L’amante perduta del celebre regista Alfred Hitchcock. Un’edizione, dunque, che ha tra i suoi partecipanti vere e proprie icone del mondo del cinema.

Per l’Italia, quel periodo tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre del 1946 è motivo di orgoglio, in quanto a ricevere il Grand Prix ci fu anche Roberto Rossellini con Roma città aperta. Oggi, la pellicola viene studiata nelle università come uno dei più significativi esempi del cinema neorealista italiano.

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