Arte,  Mostra

Il Giappone arriva a Monza con “Yōkai. Le antiche stampe dei mostri giapponesi”

La cultura giapponese arriva a Monza con la mostra “Yōkai. Le antiche stampe dei mostri giapponesi”.

Dal 30 aprile al 21 agosto, il Belvedere della Villa Reale a Monza sarà la casa della mostra “Yōkai. Le antiche stampe dei mostri giapponesi”. I visitatori si addentreranno in un viaggio con storie che che miscelano mito, brivido e mistero attraverso duecento opere dei più spaventosi artisti giapponesi del XVIII e XIX secolo.

I miti del Giappone a Monza

Il Belvedere della Villa Reale a Monza accoglierà la mostra “Yōkai. Le antiche stampe dei mostri giapponesi” dal 30 aprile al 21 agosto. Ideata e prodotta da Vertigo Syndrome e curata da Paolo Linetti, farà rivivere al visitatore lesperienza della più leggendaria prova di coraggio dei samurai.

Con il patrocinio del Comune di Monza e del Consolato Generale del Giappone a Milano presenta duecento opere del XVIII e XIX secolo, tra stampe, rari libri antichi, abiti, armi, spade, un’armatura samurai, oltre a 77 preziosi netsuke, piccole sculture in avorio, della collezione privata Bertocchi, finora mai mostrati al pubblico, così come un rotolo a scorrimento lungo 10 metri, anche questo esposto per la prima volta, che racconta la vicenda di Shutendoji, una creatura mitologica (Oni) a capo di un esercito di mostri che infestava il monte Oe nei pressi di Kyoto. Un’ulteriore opportunità più che eccezionale offerta dalla mostra Yōkai è la possibilità di ammirare alcuni dei famosi quaderni manga di Hokusai e altri suoi capolavori.

Proprio la fondatrice di Vertigo Syndrome “Anche la mostra d’arte apparentemente più anomala può diventare bella se qualcuno ti insegna a guardarla in maniera emozionante”.

Yōkai
Chikanobu Yoshu_Yamashiro Neve a Rokuhara_1884

Il percorso espositivo

Il percorso espositivo di “Yōkai. Le antiche stampe dei mostri giapponesi”, suddiviso in undici sezioni, è pensato come un viaggio all’interno dell’immaginario giapponese, e si apre con una sala immersiva che farà rivivere al pubblico l’esperienza della tradizionale prova di coraggio dei samurai del Rituale delle cento candele.

I visitatori faranno il loro ingresso in una stanza totalmente buia, illuminata soltanto dalla fioca luce di cento candele che rivela la presenza delle opere.  In seguito le candele si spegneranno una ad una accompagnate dalla voce roca di un attore. Il suddetto impersonerà  il fantasma di un vecchio samurai, morto dopo essere impazzito per aver incontrato un vero mostruoso Yōkai nella notte.

Il Rituale delle cento candele ebbe una grande influenza sul mondo dell’editoria. Alla Villa Reale si trovano, proprio per questo motivo, alcuni preziosi volumi riccamente illustrati che raccolgono le leggende narrate in queste occasioni, oltre ad un importante nucleo di xilografie policrome che davano forma ai racconti, realizzate dai più famosi artisti giapponesi del XVIII e XIX secolo.

L’unicità del momento

La rassegna monzese propone anche un’intera sezione dedicata alla collezione Bertocchi che, per la prima volta, espone 77 netsuke, statuine in avorio e legno che le donne dell’alta borghesia e della nobiltà chiamavano con orgoglio “i bottoni giapponesi”. La varietà della raccolta è documentata da una vasta eterogeneità di esemplari: dagli shishi, talismani a forma di leoni canidi, agli oni intenti ad aggrapparsi a un elefante, o a un vecchio saggio che cavalca una carpa a molti altri ancora.

A concludere “Yōkai. Le antiche stampe dei mostri giapponesi” sarà una sezione prodotta dalla casa editrice Hop!, con le opere di Loputyn, nome d’arte di Jessica Cioffi, l’illustratrice bresciana, che propone sei tavole originali, create per l’occasione che s’ispirano e interpretano altrettante leggende giapponesi. Ogni illustrazione presenterà in chiave contemporanea un racconto e un mostro grazie allo stile che la caratterizza in maniera inequivocabile.

 

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Il rituale delle cento candele

Il rituale macabro delle cento candele è la grande idea alla base della mostra.

Il rito si teneva dopo l’ora del tramonto: i samurai si ritrovavano in una stanza illuminata dalla luce di cento candele. Ogni samurai raccontava una storia agli altri compagni con l’obiettivo di spaventarli con racconti popolati di mostri appartenenti alla tradizione giapponese. Le Jorogumo, avvenenti donne che rivelano alle vittime la loro reale natura di enormi ragni; i Tanuki, simpatici tassi trasformisti; i Bakeneko, gatti mostruosi; i Kappa, esseri acquatici, che importunano le natanti; le Ningyo le sirene giapponesi la cui carne profumatissima può donare agli uomini giovinezza o morte atroce; Okiku, il fantasma inconsolabile che cerca il decimo piatto a lei rubato…

Al termine della storia di paura, chi l’aveva narrata doveva alzarsi e spegnere la candela di una lanterna: l’oscurarsi progressivo della stanza accompagnava la narrazione di racconti sempre più spaventosi e carichi di suspense.

Sono i mostri di queste storie, rappresentati nelle magnifiche opere dei più famosi artisti giapponesi del XVIII e XIX secolo, che impreziosiscono il percorso che condurrà il visitatore in un emozionante viaggio tra gli spiriti, le creature e i mostri del folklore nipponico.

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Editor: Marta Cinnadaio

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