Il Giappone vieta gli occhiali da vista
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Il Giappone vieta gli occhiali da vista sul lavoro

Il Giappone contro le donne. Dopo l’obbligo di calzare scarpe con tacco alto arriva l’imposizione di non indossare gli occhiali sul lavoro

Il Giappone vieta, alle donne, di indossare gli occhiali da vista sul lavoro. Una discriminante mal digerita dalle lavoratrici giapponesi e denunciata via Twitter.

Gli animi si surriscaldano, le proteste non si placano. Ancora una volta alla donna viene negata la libertà di esprimersi attraverso l’abbigliamento. E sul posto di lavoro.

Nella civilissima Giappone  accade che una donna si veda recapitare una missiva con un dress code da rispettare quando impegnata nei suoi doveri da lavoratrice.

Un richiamo formale che noi occidentali stentiamo a credere.

Le contestazioni dopo il divieto

Il veto, condiviso da molte aziende e con una giustificazione alquanto incomprensibile, non è un caso sporadico.

Secondo alcuni imprenditori, infatti, questo accessorio renderebbe più algido lo sguardo femminile.

Dopo la tanta contestata restrizione di indossare tacchi bassi (che porta alla nascita del movimento #kutoo), per le donne nipponiche arriva un nuovo divieto. Saranno, così, costrette a portare le lenti a contatto.

Su Twitter, in poche ore, l’hashtag #glassesban è diventato virale.

Il Giappone vieta gli occhiali da vista sul posto di lavoro. Dove finisce la libertà di una donna.

Indira Gandhi, disse: “Gli uomini ignoreranno sempre la loro vera natura finché non lasceranno le donne libere di realizzare la propria personalità“.

Nel XXI secolo siamo costretti a commentare queste angherie. Come se il valore di un essere (che esso sia una donna o un uomo non ha importanza) si debba valutare dal suo aspetto esteriore.

Il mio responsabile mi ha vietato di portarli perché dovevamo sembrare più femminili. Ma non escludo che volessero farci sembrare tutte uguali, come completamento di un’uniforme.”

Questa è la testimonianza di una donna che lavora in un grande magazzino ma i racconti sono realmente tanti.

Come, ad esempio, la cameriera costretta ad indossare le lenti a contatto perché indossare gli occhiali sarebbe stato un atto di offesa nei confronti del kimono tradizionale che indossava.

Dopotutto, però, è doverosa una precisazione: non è vero che il Giappone è tra i Paesi più civilizzati d’Oriente. Almeno finché si piazzerà al 110° posto (su 149) sul divario di genere, secondo il Word Economic Forum.

 

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