Il mito di Venezia in una grande mostra a Novara
Al castello visconteo-sforzesco di Novara, fino al 13 marzo 2022, “Il mito di Venezia. Da Hayez alla Biennale”.
Per celebrare i 1600 anni della città di Venezia, al Castello Visconteo Sforzesco di Novara è allestita la mostra Il mito di Venezia. Da Hayez alla Biennale. L’esposizione, è curata da Elisabetta Chiodini con il supporto di un Comitato Scientifico composto da Fernando Mazzocca, Elena Di Raddo, Anna Mazzanti, Paul Nicholls, Paolo Serafini e Alessandra Tiddia.
Attraverso settanta opere, a partire da quelle di alcuni dei più grandi maestri che hanno operato a Venezia nel corso dei primi decenni dell’Ottocento, la mostra intende raccontare il mito della città lagunare in occasione delle celebrazioni dei 1600 anni dalla sua fondazione che è stata tradizionalmente fissata al 25 marzo dell’anno 421.
La mostra sul mito di Venezia al Castello di Novara
Punto di partenza del percorso espositivo sono le opere di Francesco Hayez e di alcuni dei più grandi maestri che hanno operato nella città lagunare all’epoca influenzando significativamente lo svolgersi della pittura veneziana nella seconda metà del’800, vera protagonista della rassegna.
Scene di vita quotidiana si alternano alla quiete della laguna. Come nei dipinti di Guglielmo Ciardi, Giacomo Favretto, Luigi Nono, Ettore Tito, Pietro Fragiacomo e Alessandro Milesi che accompagnano il visitatore lungo un percorso che conduce verso il rinnovamento e il cambiamento di gusto indotti nella pittura veneziana dal confronto diretto con le opere dei numerosi pittori stranieri presenti alla Biennale di Venezia a partire dal 1895.
Le otto sale del percorso museale
La prima sala è dedicata alla pittura di storia, il “genere” più nobile della pittura. Qui troviamo – tra vari altri – quattro importanti lavori di Francesco Hayez.
Nella seconda sala sono esposti quegli autori che hanno contribuito alla trasformazione del genere della veduta in quello del paesaggio quali Caffi, Moja, Canella, Bresolin, Ciardi…per citarne alcuni.
La terza sala, invece, è completamente dedicata ad uno dei più valenti e amati paesaggisti veneti, Guglielmo Ciardi, del quale sono esposte dodici opere.
Nelle sale seguenti troviamo opere che hanno per tema la vita quotidiana, gli affetti e la famiglia dedicate alla “pittura del vero”. Come Il bagno di Giacomo Favretto; Alle Zattere di Pietro Fragiacomo; Mattino della domenica e La signorina Pegolo (1881) di Luigi Nono; Girotondo (1886) di Ettore Tito. Per passare, poi, agli idilli amorosi come Idillio e Corteggiamento al mercato di Alessandro Milesi.
La settima è ancora una sala dedicata ad un solo artista: Luigi Nono.
L’ultima sala della mostra è invece dedicata alle opere realizzate dai medesimi artisti tra la fine degli anni novanta dell’Ottocento e i primi anni del Novecento. Tele di ampio respiro che riflettono il rinnovamento e il cambiamento di gusto indotti nella pittura veneziana dal confronto diretto con la cultura figurativa dei numerosi pittori stranieri che partecipavano alle nostre Biennali Internazionali.
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