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Il retroscena dietro la scelta di Enel di partecipare alla call con Putin

Perché Enel ha partecipato alla videoconferenza con Vladimir Putin?

A fine gennaio 2022 Vladimir Putin ha incontrato tramite videoconferenza gli amministratori delegati delle maggiori aziende italiane, che investono in Russia. La call era stata organizzata da Vincenzo Trani, presidente della Camera di Commercio italo-russa. La convention ha reso ambigui i rapporti tra Enel e il Governo negli ultimi mesi.

L’avvertimento del Governo e la trattativa di Enel

A fine gennaio i rapporti tra Europa, America e Russia non erano dei migliori, anche se la guerra non era ancora scoppiata. Tanto che il Governo italiano aveva lanciato un avvertimento ai top manager delle aziende di non presenziare alla call con il presidente russo.

Eni, Snai e Saipem hanno ascoltato la richiesta dell’esecutivo, ma la multinazionale dell’energia Enel no: «La richiesta è arrivata solo la sera prima e in quel momento non presenziare avrebbe potuto mettere in crisi la vendita delle centrali» è stata la risposta e giustificazione di Francesco Starace, amministratore delegato di Enel.

Sì, perché Enel in quel momento, a fine gennaio, stava trattando con un’azienda controllata dal Cremlino per la vendita di tre centrali elettriche a gas e i due impianti eolici che possiede in Russia. E proprio per questo l’ad di Enel ha deciso di partecipare alla call con Vladimir Putin. Un no avrebbe significato una presa di posizione politica.

Ma poi ci ha pensato la guerra, scoppiata il 24 febbraio, a fermare la trattativa: l’azienda acquirente, infatti, è finita sotto sanzioni.

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Il rapporto complicato tra Enel e il Governo

Non solo la trattativa che aveva in corso Enel con la Russia e la call con Vladimir Putin hanno gelato i rapporti tra la multinazionale e il Governo. Ma anche l’attività di lobby dell’azienda per contrastare alcune pratiche, sui cui, al contrario il Governo si sta spendendo. Enel avrebbe, infatti, richiesto di sospendere a Bruxelles le gare per le concessioni degli impianti idroelettrici previste nel decreto liberalizzazioni.

E poi, a confronto di Eni, Snai e Saipem, Enel non ha ascoltato l’esecutivo, partecipando alla call. In questo momento, inoltre, non si sta impegnando come altre aziende alla ricerca di alternative al gas russo. Starace darà il proprio contributo quando necessario, anche se pare che Enel abbia già acquistato il carbone essenziale.

 

Editor: Vittoria Ferrari

 

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