Il silenzio dell'acqua 2 recensione
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Il silenzio dell’acqua 2: tiriamo “acqua” al suo mulino-Recensione positiva ma…

Il silenzio dell’acqua 2 tiriamo “acqua” al suo mulino-Una recensione positiva ma…

Seppure gli ascolti non la stiano premiando, la seconda stagione della serie di Canale5 Il silenzio dell’acqua ha un grande potenziale: sceneggiatura ben fatta e trama non banale. Approfondiamo con una recensione della serie Il silenzio dell’acqua 2.

Il silenzio dell’acqua 2: recensione complessivamente positiva

Gli esiti del lavoro di sceneggiatura, della regia, degli attori e di tutta la macchina produttiva sono assolutamente encomiabili. Nonostante questo, qualche elemento è risultato un po’ debole.

Una recensione (anche) sul titolo de Il silenzio dell’acqua 2: meno forte per questa stagione

Il primo giudizio sulla serie non può prescindere dalla relazione con la stagione precedente. Per chi l’ha vista, la stagione 1 ruotava attorno al caso dell’omicidio di Laura, trovata esanime in riva al mare. Al di là del troppo esplicito richiamo (nel nome e nella modalità di rinvenimento del cadavere) all’iconica Laura Palmer di Twin Peaks, il senso del titolo di quella prima stagione era veramente azzeccato. Con Il silenzio dell’acqua 2 ci troviamo davanti ad un titolo che sembra stonare con il caso di omicidio di Sara e Luca.

E allora cosa fare? Gli sceneggiatori introducono lo stratagemma del rubinetto lasciato aperto e dei cadaveri ritrovati in una pozza d’acqua in mezzo alla casa. L’acqua ritorna, poi, in altre scene e in misura diversa, come quando Giulia, giocando con la casa delle bambole, riproduce la scena del crimine senza trascurare il particolare della casa allagata, di cui ha chiara memoria.

Le esigenze di una serie non antologica

Tuttavia, il titolo appare quasi forzato, mentre nella prima stagione era pregno di significato. Teniamo presente, però, che non siamo di fronte ad una serie antologica, in cui, in ogni stagione, gli stessi personaggi sono coinvolti in vicende sempre nuove. Nel caso de Il silenzio dell’acqua, gli sceneggiatori, vincolati ad un titolo piuttosto stringente, hanno dovuto inventare un nuovo caso di omicidio per Luisa e Andrea. Così hanno introdotto quel particolare dell’allagamento. Insomma, mantenere questo stesso titolo per una (eventuale) terza stagione sarebbe davvero difficile.

La costruzione e la successione delle scene: complimenti agli sceneggiatori

Al contempo, la sceneggiatura è molto curata. Le scene sono ben costruite, con alcuni botta e risposta in cui si alternano bene i “ruoli di potere” nella conversazione. L’esempio forse più calzante sono i dialoghi tra Luisa e Katja: le due donne sono profondamente simili ed entrambe giocano sul punto debole dell’altra: il fascino della rispettiva femminilità che si scontra con la profonda solitudine che caratterizza le loro vite.

Inoltre, molto spesso le scene sono ben concatenate. Solo dopo la predica del prete al funerale di Sara e Luca, tutta costruita sul tema del bisogno di verità, più personaggi di mettono in cerca della verità o, comunque, mandano avanti le indagini. Come Rocco, che prova il bisogno di accostarsi al sacramento della confessione.

Il silenzio dell'acqua 2 recensione
Rocco

Qualche inciampo sul realismo

Tuttavia, è bene sottolineare qualche scivolone nella costruzione dei personaggi.

Il rapporto tra Rocco e Giulia

Se gli interpreti, tutti, hanno fatto un ottimo lavoro, è opportuno evidenziare che, per come sono stati costruiti, inevitabilmente e complessivamente alcuni personaggi risultano poco realistici. Il caso più eclatante è quello di Rocco (interpretato da un bravissimo Giulio Maria Corso). Marito e padre di due figli, a Rocco adesso rimane solo Giulia. Al di là delle direttive dei servizi sociali, Rocco sembra non provare mai il bisogno di vedere la piccola. La televisione è fatta di immagini più che di parole, ma, purtroppo, né per immagini né attraverso le parole, il personaggio del padre della piccola sembra soffrire il distacco.

L’inspiegabile ritorno di Elio

Poco realistica è anche la modalità con cui sono condotte le indagini di Luisa e Andrea. I due si muovono in continuazione tra un interrogatorio e una visita alla scena del crimine senza alcun agente al seguito. Anche lo spazio dedicato al ritorno di Elio, padre biologico di Matteo, è poco approfondito. Solo una volta all’uomo viene chiesto chiaramente perché sia tornato dopo tutti questi anni e la risposta, poco convincente, viene accettata senza troppi sospetti. Forse, per dare maggiore profondità al personaggio di Elio e alla credibilità del “dramma familiare”, si sarebbe potuto indagare meglio sulla motivazione che ha spinto Elio a ritornare da suo figlio. A suo dire, è stato un brutto incidente ad averlo spinto a mettere ordine tra le sue priorità, ma a tutti sembra essere bastata questa versione, esplicitata soltanto una volta, per giunta.

Intuiamo che il non aver approfondito la sua versione dei fatti sia funzionale alla narrazione: adesso che Elio sembra coinvolto nell’omicidio, l’alone di mistero intorno al suo ritorno appare essere stato quasi una necessità. Al contrario, una motivazione più credibile per giustificare il proprio ritorno a Castel Marciano sarebbe risultata troppo elaborata e studiata a fronte dell’ultima scoperta in sede di indagini: meglio una frettolosa versione dei fatti. Tuttavia, se Elio avesse fornito una ragione più credibile, alcuni telespettatori non avrebbero cominciato a sospettare di lui non appena è stata pronunciata la parola “Slovenia” in relazione alle indagini sui viaggi di Sara e Luca. E così, si sarebbero goduti il cliffhanger con cui si chiude la seconda puntata.

In conclusione

Nel complesso, la serie di Canale5 è ben fatta: cast, regia e sceneggiatura hanno lavorato in sinergia a giudicare dall’esterno rispetto alla produzione. Adesso, non rimane che attendere cosa succederà nella seconda parte di episodi. Ricordiamo, infatti, che mercoledì 9 dicembre andrà in onda la terza puntata, la penultima: Il silenzio dell’acqua terza puntata-Anticipazioni del 9 dicembre

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Editor: Federica Crespi

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