
IL TRIBUTO DELLA TRIENNALE AD ACHILLE CASTIGLIONI
Dopo la Fondazione Achille Castiglioni – che ha celebrato il centenario della nascita di Castiglioni (1918-2002) con la mostra 100×100 Achille ora itinerante – anche la Triennale di Milano vuole rendere omaggio a “uno dei più importanti maestri del design italiano”. E lo fa con una grande mostra monografica, A Castiglioni, curata da Patricia Urquiola (che nel 1989 si è laureata con lui al Politecnico di Milano e ne ha saputo raccogliere l’eredità) in collaborazione con Federica Sala.
La mostra – inaugurata il 5 ottobre – analizza l’opera di Achille Castiglioni in modo trasversale, dal design all’architettura, dagli allestimenti alle mostre. Per raccontare una figura così attiva, la Triennale ha scelto di non seguire un approccio cronologico e lineare. Ha preferito, invece, presentare il lavoro di Castiglioni attraverso una mappa di macro e micro concetti ricorrenti nei suoi progetti.

Achille Castiglioni
è stato senza dubbio uno dei padri fondatori della professione e del sistema del design italiano.
Un’attitudine che è tutt’oggi tenuta viva dall’attività della Fondazione Achille Castiglioni che ha come scopo principale quello di catalogare, ordinare, archiviare, digitalizzare progetti, disegni, foto, modelli, video.
Tutto il mondo nel quale Castiglioni ha lavorato durante più di 60 anni di attività, prima con i fratelli Livio e Pier Giacomo, poi dal 1968, da solo.
Il grande designer ha progettato più di 400 allestimenti temporanei per mostre e fiere e ha inoltre lavorato con innumerevoli aziende di settore. Fra queste Alessi, Brionvega, B&B Italia, BBB Bonacina, Cimbali, Danese, Driade, De Padova. E inoltre Flos – alla quale come designer è storicamente legato sin dalla nascita dell’azienda – e Cassina, Moroso, Knoll International, Kartell, Zanotta.

La mostra
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