Impressionismo: Manet, Degas, Renoir, Pissarro & CO
L’impressionismo è senza dubbio la corrente artistica più amata. Le mostre di Manet, Degas, Renoir & Co, sono sempre le più attese ed affollate. Il Museo d’Orsay, celebre per i numerosi capolavori dell’impressionismo e del post-impressionismo esposti al suo interno, è forse uno dei più visitati al mondo. Quale la ragione di tanto interesse?
L’Impressionismo
L’Impressionismo nasce a Parigi nella seconda metà dell’Ottocento in contrapposizione all’arte accademica dell’epoca sfidando la critica con opere apparentemente incomplete, spesso realizzate in poche ore. Se nel nostro immaginario Parigi appare così romantica, con i pittori intenti a dipingere la Senna con i pennelli tra le dita, è sicuramente merito degli impressionisti: un gruppo di artisti coraggiosi che decise di lasciarsi alle spalle il buio dei loro atelier per scendere in strada a dipingere e raccontare in modo personale e inconfondibile la loro città.
Dobbiamo considerare che, alla base di tutto, non c’era altro che un gruppo di amici, artisti di talento un po’ scapestrati, che non ne potevano più delle ferree regole imposte dalla cultura accademica dell’epoca. Con l’energia e l’entusiasmo dei rivoluzionari decisero di disobbedire a quelle regole che consideravano antiquate perché ritenevano fosse scorretto porre freni alla creatività. Senza saperlo, quegli artisti stavano scrivendo una pagina indelebile nella storia dell’arte.
Il nome “Impressionismo” deriva dal giudizio poco lusinghiero del critico d’arte Louis Leroy che, prendendo spunto dall’opera di Claude Monet “Impressione. Levar del sole” fece dell’ironia sul modo di dipingere di quel giovane gruppo di artisti, considerando le loro opere incomplete, poco più che “impressioni”, appunto.
Perché gli impressionisti piacciono a tutti
Due gli elementi fondamentali:
L’utilizzo del colore
Per prima cosa, quello che colpisce e affascina di molti quadri impressionisti è l’utilizzo del colore. Rispetto ai grandi giochi di luce e soprattutto di ombre dei periodi precedenti, in cui le cromie sono estremamente studiate e la vivacità è spesso smorzata, in queste opere realizzate all’aria aperta i colori sembrano esplodere. Le tonalità assumono un valore simbolico, allontanandosi da ogni pretesa di realtà. A partire da Turner e dalla Scuola di Barbizon, quello che conta è cogliere l’atmosfera di un attimo nella vita reale, anziché il tentativo di raccontare qualcosa di eterno e immobile. II colore diventa il protagonista, perché è l’elemento che differenzia un momento dall’altro, una stagione dalle altre.
L’immediatezza
La seconda caratteristica che rende l’Impressionismo un movimento incredibilmente amato è sicuramente la sua immediatezza, ovvero la facilità che hanno le opere appartenenti a questo movimento di essere apprezzate. In poche parole si può dire che non ci vuole necessariamente una cultura fuori dalla media oppure un grande allenamento per ammirare e sentirsi coinvolti dai quadri di questi maestri.
I grandi esponenti dell’impressionismo
La prima mostra di questo gruppo di artisti si tiene a Parigi il 15 aprile 1874, presso lo studio del fotografo Felix Nadar. Alla mostra partecipano Claude Monet, Edgar Degas, Alfred Sisley e Pierre Auguste Renoir. Inutile dire che l’evento non incontra il favore della critica. Fondamentale, per la sopravvivenza degli impressionisti fu l’intervento dell’imprenditore francese Paul Durand Ruel, uno dei pochi a credere in quel gruppo di giovani artisti fin dall’inizio. Tra il 1891 e il 1922, Durand comprò circa 12 mila opere di Monet, Manet, Pissarro, Degas, Renoir ecc. Monet, a proposito di Durand, disse: Monet: “Senza Durand saremo morti di fame tutti noi impressionisti, gli dobbiamo tutto”.
Un discorso a parte meritano Paul Cézanne e Vincent Van Gogh spesso inclusi fra gli esponenti dell’Impressionismo. In verità i due, fortemente attratti ed influenzati da questo movimento, sono da considerarsi post-impressionisti.
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