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Incontro con Giuseppe Tornatore all’Anteo di Milano

Dopo la proiezione del suo ultimo film, “La migliore offerta”, con Geoffrey Rush, Donald Sutherland, Jim Sturgess e Sylvia Hoeks, Giuseppe Tornatore incontra il pubblico dell’Anteo Spazio Cinema in un’interessante lezione sulle opere che hanno reso grande il nome del regista siciliano.

Incontro prezioso quello di ieri pomeriggio all’Anteo con uno dei grandi maestri del cinema italiano contemporaneo. Dopo la proiezione del suo ultimo film, La migliore offerta, il premio Oscar Giuseppe Tornatore incontra il pubblico di Anteo Spazio Cinema in un’intervista corale supportata dal critico e giornalista Paolo Mereghetti. Un percorso zigzagante quello del regista siciliano, che riesce a passare dal nostalgico “Nuovo cinema Paradiso”, Oscar per il miglior film straniero nel 1988 alla mafia de “Il camorrista”, dall’alta tensione di “Una pura formalità” al kolossal “La leggenda del pianista sull’oceano” al mistero de “La sconosciuta”. “Appena posso cambio, per quello che chiamerei il mio complesso dell’opera prima. Se rifaccio qualcosa di uguale, questo mi dà il senso della routine. Quello che mi affascina del cinema è l’idea di volare da un mondo all’altro, da una storia all’altra. Cresciuto nei cinema in un’epoca in cui non c’era una discriminazione nel palinsesto, potevo vedere un capolavoro e subito dopo un filmaccio. Mio nonno paterno era un pastore e sapeva a memoria i classici e la sera ci recitava sempre un pezzo di <>  o altri libri. Raccontare le storie mi ha sempre affascinato, perchè è un processo vicino al mio modo di vivere.”

La genesi de La migliore offerta deriva da due spunti diversi pensati da Tornatore, di cui uno ruotante attorno a una ragazza agorafobica, l’altro invece incentrato su un battitore d’aste: le due idee hanno cominciato a fondersi nella mente del regista creando il soggetto del suo ultimo film.”La ricerca dei nomi mi diverte molto”  afferma il regista – “anche se non sempre hanno una connotazione drammaturgica. Nel caso della protagonista, Claire Ibbetson, il nome è il contrario del suo personaggio, sfuggente e misterioso, mentre del cognome mi affascinava il suono. Virgil Oldman invece rispecchia il personaggio, un uomo anziano che si innamora di una donna più giovane di lui”.

Si reputa un regista molto fortunato con gli attori; l’esempio più eclatante è accaduto con Una pura formalità, che ha raccontato il soggetto a Depardieu e Polanski prima ancora di scriverlo, ed essi hanno accettato di fare il film senza leggere il copione. Più tempo è stato impiegato per trovare l’Alfredo di Nuovo cinema Paradiso: Philippe Noiret aveva all’epoca tre film in programma, ma il produttore Franco Cristaldi gli chiese di leggere la sceneggiatura anche se non avrebbe fatto il film e dopo la lettura Noiret rinunciò a uno dei progetti per cui aveva già firmato il contratto e scrisse a Tornatore: “Fatemi fare quello che volete, anche il bambino”. Per questo film aveva in mente Geoffrey Rush e un altro attore, di cui non ha voluto rivelare il nome, ma una volta sottoposto il copione a Rush questi gli rispose dopo soli cinque giorni “Ho letto. Faccio il film”: “Mi è sempre piaciuta la sua flessibilità, il suo donarsi totalmente al personaggio, se ne innamora e lo segue fino in fondo. Per questo risulta credibile sia nel blockbuster sui pirati che in film più impegnati. Per il mio protagonista pensavo a 63 anni, e Rush ne aveva 60: ho pensato che poteva andarmi bene comunque” afferma sorridendo.

La migliore offerta segue per 3/4 il flusso narrativo classico; dopo il colpo di scena che sconvolge la vita del protagonista, il film cambia il modo di raccontare e lascia molte questioni in sospeso. “Mi è costato fatica scegliere il punto di vista della narrazione in questo film. Quello oggettivo sarebbe stato più semplice da gestire, ma ho preferito optare per il punto di vista del protagonista maschile, e dato che è una soggettiva (il mio personaggio è sempre in scena e quando non lo è, è perchè stiamo guardando attraverso di lui) giocare sulla rottura del tempo quando la sua vita cambia. Da lì nasce lo smarrimento che prova il pubblico, lo stesso del personaggio”. Dopo lo shock di Virgil, tenere la linearità avrebbe diminuito la forza del film. Limite di questa scelta sta nel poter conoscere solo quello che conosce il personaggio: Claire viene scoperta dal pubblico nello stesso momento in cui la scopre Virgil: “avrei guadagnato suspense con un altro punto di vista, ma mi è piaciuta la sfida di avere un limite per quanto riguardava cosa inquadrare”. I due personaggi sono legatissimi tramite le loro fobie: quella di Virgil è l’allegoria di quella di Claire.Interessante è raccontare il meccanismo dell’innamoramento come frutto di una strategia: in questo film è il giovane, anzichè l’anziano, a insegnare come si conquista una donna. Ma soprattutto, sottolinea il regista, “mi interessava raccontare una storia dove tutto quello vedi non è esattamente quello che vedi. Mi attraeva l’idea di raccontare la storia di un uomo di 63 anni che non ha mai dormito con una donna, nè le guarda negli occhi quando parla con loro, ma dato che è impossibile non vivere coi sentimenti, lui li sublima nelle decine di donne dipinte che lo fissano.”

Spesso accusato di misoginia per la mancanza di solarità delle sue protagoniste femminili (e quando sono solari lo sono eccessivamente e ti abbagliano, come in Malèna), riconosciutogli invece un tocco femminile nella regia de La sconosciuta, Tornatore è cresciuto tra donne (madre e sorelle) e ancora adesso vive circondato da donne (moglie e figlia), e le ammira come figure più forti degli uomini.Al regista sono state attribuite molte citazioni, spesso però a discrezione dello spettatore “A volte tu racconti una storia per una ragione, e ognuno ci vede una storia diversa”). Ci sono però dei temi che si porta dietro inconsciamente: la Claire de La migliore offerta che non esce dalla sua stanza ricorda l’uomo di Novecento che non scende dalla nave.

“Del mio mestiere ho imparato tanto, ma l’unica certezza è che può accadere sempre di tutto”, dice con allegria Giuseppe Tornatore, artigiano per vocazione.

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