Dizionario Opera

Infedeltà delusa, L’

L’opera venne scritta da Haydn in onore della principessa Maria Anna e allestita nuovamente poche settimane più tardi (il 1º settembre) per l’occasione eccezionale della visita di Maria Teresa ai sudditi di Esterháza. La musica riveste di una splendida cornice sinfonica un testo in cui abbondano le trivialità più viete e dove si sfodera il repertorio classico delle situazioni più comuni nelle opere buffe (la serenata, i travestimenti grotteschi). Il libretto venne pubblicato anonimo, probabilmente a causa dell’incauto attacco portato da Coltellini a Maria Teresa l’anno precedente.

Atto primo . Il vecchio Filippo desidera che la figlia Sandrina sposi il ricco Nencio, benché la ragazza ami in verità Nanni; di Nencio è invece innamorata Vespina, che si apposta, per sorprenderlo, sotto la finestra di Sandrina, mentre Nencio le sta cantando una serenata. Il malcapitato spasimante si trova così coinvolto in una rissa tra tutti i personaggi.

Atto secondo . Vespina, travestita da vecchia, informa Filippo di essere alla ricerca del marito traditore Nencio: scoprendolo dunque già sposato, il vecchio ripudia il futuro genero. Raggiunto questo primo obiettivo, Vespina si traveste prima da servitore tedesco e quindi da marchese, e convince Nencio che Sandrina sta andando in sposa a un vile sguattero. Si inscena la cerimonia, in cui Vespina è il notaio e Nanni lo sguattero: quando i due getteranno la maschera, andata ‘delusa’ (cioè smascherata e punita) l’infedeltà di Nencio, si potranno celebrare le doppie nozze tra Nanni e Sandrina, e tra Nencio e Vespina.

L’opera si apre con una grande pagina sinfonica in do maggiore (tonalità fondamentale di tutta la partitura), un Allegro che espone, già nella concitazione delle prime battute, il ritmo drammatico frenetico di questa ‘burletta per musica’. Scostandosi dalla consuetudine, l’ouverture presenta solo un altro movimento, il pregevole Poco adagio in sol maggiore, dalla cantabilità distesa (per la pubblicazione della sola ouverture, Haydn aggiunse un terzo tempo in do maggiore). Nell’opera, la funzione del tradizionale terzo movimento della sinfonia d’apertura viene assunta dal primo dei tre grandi concertati, ovvero dall’estesa Introduzione tripartita su cui si alza il sipario: una descrizione dell’amenità della campagna al tramonto (caratteristica dell’opera buffa, da Galuppi a Mozart) in cui la dolcezza delle linee melodiche viene assecondata e potenziata dall’intervento preminente di legni concertanti, come l’oboe e il fagotto. La prima delle grandi arie è quella di Sandrina (“Che imbroglio è questo”): un complesso Presto in forma-sonata, in cui la ragazza commenta di fronte a Nanni l’intricata situazione, sostenuta da un tessuto orchestrale di grande vigore sinfonico, dall’incedere rotto e incerto, nel continuo alternarsi di piano e forte e nella ricorrente tentazione di sconfinare nella labilità formale del recitativo accompagnato; subito dopo Nanni reagisce con i colori cupi di “Non v’è rimedio”. Cambiata la scena, ci appare Vespina «nettando dell’insalata», «canterellando» un’aria assolutamente memorabile, “Come piglia sì bene la mira”, che condensa, già nell’introduzione orchestrale degli archi (coadiuvati da un’intrigante nota tenuta dell’oboe), la dolcezza dei suoi sentimenti per Nencio, mentre l’insidioso operato del ‘fanciullo’ Cupido viene descritto puntualmente dall’accompagnamento orchestrale. Raggiunta da Nanni, Vespina ha l’occasione di cantare anche un concitato duetto d’azione (“Son disperato”), in cui l’orchestra gioca un ruolo fondamentale. Cambiata nuovamente la scena – di qui si arriverà direttamente al finale d’atto, aperto da un sonoro schiaffo vibrato da Vespina – ci troviamo di fronte a Nencio, intento a cantare una serenata sotto la finestra di Sandrina (“Chi s’impaccia di moglie cittadina”): questa situazione, topica dell’opera buffa, viene interpretata da Haydn con un tradizionale Adagio in 6/8, col pizzicato degli archi che imita la chitarra; l’intonazione del testo è resa di particolare originalità dalle soluzioni scelte per alcuni dettagli del testo, quali l’andamento incerto del verso «la notte è a zonzo» e l’incantevole modulazione alla parola «cor». Nel secondo atto si segnala l’aria di Vespina “Ho un tumore in un ginocchio”, che la ragazza canta travestita da vecchia malandata, simulando effetti di tosse e di asma. Allo stesso personaggio sono riservate in questo atto altre due arie: la prima, in abiti germanici, cantata in tedesco maccheronico, “Trinche vaine allegramente”; la seconda, “Ho tesa la rete”, di straordinaria levità e ricca di effetti onomatopeici. Pregevoli, inoltre, l’aria di Nencio “Oh che gusto! se mi tocca” e quella di Sandrina “È la pompa un grande imbroglio”, animate da un sinfonismo brillantemente funzionale al testo intonato. L’opera termina con un finale non privo di ritmo drammatico, tra il clangore di trombe e timpani.

Type:

Burletta per musica in due atti

Author:

Joseph Haydn (1732-1809)

Subject:

libretto di Marco Coltellini

First:

Esterháza, 26 luglio 1773

Cast:

Vespina, giovane spiritosa, sorella di Nanni e amante di Nencio (S); Sandrina, ragazza semplice, amante di Nanni (S); Nencio, contadino benestante (T); Filippo, vecchio contadino, padre di Sandrina (T); Nanni, contadino, amante di Sandrina (B)

Signature:

r.m.

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