Dizionario Arte

Inganni, Angelo

Dopo un periodo giovanile dedicato soprattutto all’attività di ornatista per il padre, anch’egli artista, Inganni si segnalò tra il 1830 e il 1837 come pittore di parate e battaglie alle dipendenze dell’esercito austriaco. Questa produzione iniziale gli valse i favori del generale Radetzky, che appoggiò con solerzia l’iscrizione del pittore all’accademia di Brera, presso la scuola di Luigi Sabatelli e Francesco Hayez. La carriera di Inganni fu favorita dai legami con figure di grande prestigio nell’ambiente milanese, tra le quali trovò una serie di vantaggiose committenze; da qui la scelta di tematiche legate alla città di Milano, con particolare attenzione agli episodi di cronaca urbana, delineati con spiccato senso della narrazione, e alle vedute, realizzate coniugando precisione nel dettaglio e resa del dato atmosferico. Nel corso degli anni Quaranta, Inganni iniziò la ricerca attorno a quello che sarebbe diventato un tema prediletto della sua pittura: l’effetto ottico-coloristico dato dalla neve cadente in ambienti urbani; parallelamente sviluppò un interesse per la scena di genere, che lo colloca tra il modello del Molteni e le successive esperienze dei fratelli Induno. Coinvolto nei moti del 1848, nel corso dei quali realizzò una serie di studi dal vero, Inganni intensificò in seguito l’attenzione per l’aspetto sociale delle sue vivaci figure, fino a maturare, dopo la metà del secolo, una prolifica abilità di ritrattista. Nascita: Brescia 1807; Morte: Gussago 1880

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