Dizionario Arte

installazione

Termine che può descrivere molto genericamente la disposizione di oggetti in una mostra (l’affissione dei quadri, la sistemazione delle sculture, e così via), ma che può avere un significato più specifico se si riferisce a un’opera unica (spesso un assemblage su larga scala) concepito appositamente e di solito ambientato in un interno specifico (generalmente quello di una galleria). Questo tipo di opera ha molti precedenti, tra cui le costruzioni Merz con le quali Kurt Schwitters riempiva una stanza, ma fu solo negli anni Settanta del Novecento che il termine divenne di uso comune e solo negli anni Ottanta alcuni artisti iniziarono a specializzarsi in questo tipo di opera, creando il genere dell’installazione d’arte. Negli anni Settanta le installazioni furono spesso temporanee e potevano essere viste come parte del movimento contro ‘l’oggetto’ d’arte collezionabile che era di moda all’epoca. Tuttavia, oggi molte installazioni costituiscono opere permanenti e alcune delle opere più difficili sono anche diventate oggetti da collezione. Un esempio molto conosciuto è 20:50 (1987) dello scultore inglese Richard Wilson (1953), che consiste in una stanza riempita di olio da motore usato; fu creata per la Matt’s Gallery, Londra, ma fu successivamente riallestita alla Royal Scottish Academy, Edimburgo, e oggi si trova alla Galleria Saatchi, Londra.

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