Intervista a Raffaello Napoleone
Moda

«La moda è aspirazione ed esclusività»: intervista a Raffaello Napoleone

Intervista a Raffaello Napoleone: il presidente di Pitti Immagine racconta i risultati delle scorse edizioni. «Il digitale è un prerequisito fondamentale ma la moda resta esclusiva »

Com’è andata l’edizione 100 di Pitti? Quali sono stati i numeri?

Si è svolta proprio nel periodo di sblocco degli eventi, dal 30 giugno al 2 luglio. Abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci eravamo dati contando tuttavia un terzo degli espositori che avevano normalmente: 358 fisici e digitali, 40 solo digitali. Questo è dipeso dal fatto che molti brand non hanno voluto smontare gli showroom, le collezioni erano già in vendita da inizio giugno, seppur in mercati più asciutti. Per molti significava smontare showroom, venire al Pitti per poi comunque tornare alle vendite in showroom.

Dai dati di ricerca di GRS, gruppo che si occupa delle analisi delle fiere, è venute fuori che Pitti Immagine Uomo, sia dal punto di vista degli espositori che dei compratori, è stato valutato in maniera molto positiva dal punto di vista della sicurezza garantita. Infatti, abbiamo istituito oltre 6 punti tampone. Tra Pitti Uomo e Pitti Bimbo abbiamo registrato oltre 10.000 presenze. La formula Pitti Uomo- Pitti Bimbo insieme ha funzionato abbastanza bene. La riconfermeremo per le prossime stagioni.

Abbiamo anche rinnovato diverse iniziative con LVMH, per esempio: al Pitti Immagine sono stati presentati per la prima volta in anteprima i finalisti del premio LVMH Prize. Grande spazio ai giovani. A Fortezza del Basso sono state esposte anche diverse collezioni dei vincitori precedenti e si sono tenute delle iniziative che indagassero il rapporto dei social con la moda. Abbiamo registrato anche un buon numero di giornalisti e addetti stampa, gente anche disposta a fare quarantene per venire al Pitti. Grande motivazione, grande voglia di riattivarsi e guardare il 2022 con concretezza. Mi sembra un po’ presto parlare del futuro con positività, molto dipende dalla campagna vaccinale, però sono fiducioso. intervista a raffaello napoleone

Quali sono le prospettive per il prossimo appuntamento di Pitti uomo di gennaio? Intervista Raffaello Napoleone

Sicuramente, rispetto a quello che prima poteva essere un azzardo in termini di contagio, ci aspettiamo una leggerezza maggiore. Credo che le misure precauzionali prese siano la strada giusta. I grandi marchi, soprattutto quelli che sviluppano il loro business in Oriente, sono rimasti tutto sommato saldi, per le piccole e medie imprese sicuramente è stato più difficile.

Si è anche confermato che le città d’arte sono quelle che stanno soffrendo di più; contrariamente le provincie hanno saputo riadattarsi meglio, probabilmente perché la loro economia non è strettamente legata al turismo, hanno avuto cali contenuti. Firenze non è andata benissimo come città d’arte, ma in quest’ultimo trimestre c’è stato un boom del turismo a quattro ruote.

Molte persone sono venute dall’estero per visitare Firenze in macchina per evitare contagi sui mezzi pubblici. In virtù anche dei risultati del Supersalone, l’Italia sembra essere il paese che sta reagendo meglio in termini di ripresa alla vita quotidiana e agli eventi pubblici, quindi speriamo di continuare su questa scia per trovarci pronti e propositivi a gennaio.

Si parla poco di Pitti Fragranze. L’ultima edizione si è svolta dal 9 all’11 settembre. Com’è stata? intervista a raffaello napoleone

Pitti Fragranze è andata molto meglio del previsto: 140 marchi, 89 stranieri, 140 giornalisti e un totale di 1100 compratori per i tre giorni della fiera. Grande soddisfazione anche lì. Abbiamo attivato delle iniziative per dare attrattività e dinamismo ad un settore sostanzialmente di nicchia. Ci auguriamo che continui a crescere. intervista a raffaello napoleone

Pitti è sempre stata una fiera interattiva e digitale, anche prima della pandemia. Alla luce di questi cambiamenti, che risultati ha dato la piattaforma Pitti Connect?

Pitti Connect è stato molto utile e continua ad evolvere. In quest’ultima edizione ha registrato un numero di utenti molto buono. Si è aggiunto al progetto delle fiere digitali che abbiamo attivato già da qualche anno, quindi la nostra comunità era preparate all’utilizzo del digitale in occasione della fiera. Siamo riusciti a fare 150 eventi online con un buon traffico. L’idea era quella sopperire alla mancanza di contatto diretto e ha funzionato. Adesso stiamo potenziando il progetto. La parte digitale è diventata un prerequisito anche per la moda. intervista a raffaello napoleone

Nonostante il Pitti Connect e le sfilate in digitale, sembra che con il ritorno agli eventi in presenza  si sta tornando all’esclusione, alla moda degli “happy few”, un concetto che pensavamo superato. Tu cosa ne pensi?

La moda nasce con una funzione aspirazionale oggettiva. Tutto quello che in passato ha cercato di democraticizzarsi nella parte alta del mercato, non ha avuto dei risultati positivi. Chi vuole comprare una Kelly di Hermès, per esempio, sa che deve aspettare 15 giorni per averla e al cliente che la vuole sta bene così.

La moda è così: ha delle sue logiche che il cliente accetta proprio perché uniche ed esclusive. Poi sicuramente le misure anti Covid hanno ristretto la partecipazione agli eventi ad ancora meno persone. Per questo possono sembrare ancora più esclusivi. I tentativi di inclusione avvengono grazie al digitale grazie al quale riesci a vedere in diretta la sfilata del marchio importante, ma si limitano a questo. intervista a raffaello napoleone

Un’ultima considerazione per i lettori di mam-e.it? intervista a raffaello napoleone

Venite al Pitti, svolgiamo tutto in sicurezza!

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