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Investiamo bene i denari del recovery fund. Ora o mai più

Recovery fund, Bene sono andati i negoziati sulla ripresa europea post Covid 19. L’Italia conquista,  è proprio il caso di dirlo 209 miliardi di euro, una cifra notevolissima, con cui è auspicabile un forte piano di dotazioni infrastrutturali, economia pulita,e democrazia telematica.

Recovery fund. E’ passato il principio che l’Italia, paese fortemente colpito, ha diritto ad un 25% dei fondi, di cui molti a fondo perduto, da investire nel completamento delle riforme. Come lo snellimento della burocrazia, la scuola in sicurezza, sistema medico più efficiente e soprattutto infrastrutture atte a sostenere turismo, e spostamenti degni di un paese moderno.

Una irripetibile opportunità

Bisogna fortemente vigilare affinchè lo spirito assistenzialista di una parte del governo non prevalga nell’uso dei denari ottenuti, ma anche che non finiscano delle mani dei soliti noti. Ma servano per premiare progetti di innovazione tecnologica e culturale.

L’italia è fortemente arretrata in questi due campi. Produce quello spirito becero del premio al mattone e a tutto quello che lo circonda. Il paese è testimone ai massimi livelli di cultura e arte, due settori che possono essere spinti con investimenti relativamente contenuti, a livelli di eccellenza. Le infrastrutture devono sostenere la possibilità che i capolavori delle città d’arte siano visitate dai molti milioni di turisti che già frequentano l‘Italia.

Snellire lo stato

Questo è necessario e imprescindibile, molti dei disservizi dipendono dalla burocrazia. La quale trasforma in impossibili le cose normali, che affligge con tempi lunghissimi programmi che dovrebbero andare spediti e che soprattutto, non verifica l’attuazione delle norme di controllo normativo.

il gap tecnologico

La mancanza di fondi ed il loro cattivo utilizzo ha sinora prodotto un gap tecnologico notevolissimo. Soprattutto nei confronti dei paesi più evoluti che è indispensabile recuperare, poichè non ci mancano i centri di produzione del sapere, eccellenze a livello mondiale.

La medicina

Altro settore in cui si è pericolosamente disinvestito. I risultati si sono visti nella recente pandemia, in cui la struttura sanitaria non è stata in grado di reggere l’urto di un onda pandemica così forte.

Economia verde

la conversione degli impianti al green e costoso, vedi automobili, ma sicuramente indispensabile, per la vivibilità del pianeta. In italia si è fatto pochissimo, basti pensare che la Fiat ha prodotto solo recentemente il primo modello elettrico. Dunque energia, automobili, ma anche acciaio.

 

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