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Iran, le proteste continuano. Il governo attua ulteriori ritorsioni

Due giorni fa l’annuncio dello stop alla polizia morale, ora il governo blocca i conti bancari delle donne senza velo e minaccia di giustiziare i manifestanti

Le proteste in Iran non si fermano nonostante le brutali ripercussioni della Repubblica islamica. Il governo di Tehran ha annunciato di voler giustiziare i manifestanti arresti e condannati e ha deciso di continuare la politica del velo con ulteriori sanzioni qualora le donne non lo portassero.

Tre mesi di proteste in Iran

Dodici sono le settimane passate dalla morte di Mahsa Amini che ha scatenato una serie di proteste in tutto il Paese contro il regime islamico. Mahsa era stata uccisa dalla polizia morale perché vestiva in “maniera inappropriata”, dal suo hijab spuntava infatti una ciocca di capelli. Subito le proteste hanno preso una piega femminista e le donne, e la loro libertà, sono il simbolo e motivo di queste proteste. L’Iran ha visto diverse proteste e tentativi di rivoluzione negli ultimi decenni. Ma la forza repressiva dell’ayatollah Ali Khamenei è sempre stata sufficiente per reprimere qualsiasi vero cambiamento.

Secondo le ultime stime del giornale britannico The Guardian, sono stati uccisi circa 448 persone, tra cui 60 bambini e 29 donne, dalle forze di sicurezza e 17000 sono gli arrestati. Questo non basta a placare i manifestanti. Infatti, gruppi studenteschi e sindacati hanno indetto diversi scioperi, senza però un vero coordinamento, in tutto il paese per costringere il governo a un vero cambio di rotta.

Due giorni fa il procuratore generale, l’ultraconservatore, Mohammad Javad Montazeri, ha detto che “la polizia morale non ha niente a che fare con la magistratura, chi l’ha creata l’ha abolita”. La repressione continua perché “le forze di sicurezza, faranno fronte a ogni nuova rivolta con tutta la loro forza e senza tolleranza”, come sostenuto dal Consiglio di sicurezza.

Purtroppo, è ancora troppo presto per dire se sia solo un modo per tenere sotto controllo le piazze e se gli organi competenti riformino la polizia morale in un altro corpo. Lo stesso procuratore aveva anche affermato che l’abbigliamento femminile, in particolare il velo, rimarrà normato.

Oggi, infatti, Hossein Jalali, un membro della commissione Cultura del Parlamento iraniano, ha dichiarato i conti bancari delle donne che non portano l’hijab in Iran saranno bloccati. Ha inoltre affermato che non sarà compito della polizia morale vigilare ma invieranno un SMS alle donne accusate prima di passare alle punizioni, come riporta l’ANSA.

La repressione non risparmia nessuno. Le forze dell’ordine hanno chiuso tutte le attività commerciali dell’idolo del pallone iraniano, Ali Daei, per essersi schierato a favore delle proteste e dello sciopero di questi giorni. Ovviamente la scure non ha risparmiato giornalisti, registi, scrittori, attivisti. La TV di Stato trasmetterà i processi come se fosse uno show educativo: ecco che fine fate se protestate.

Ma sono in molti a credere, forse a sperare, che quest’ondata rivoluzionaria formata dai giovani, dai nuovi giovani iraniani possa davvero aver incrinato davvero qualcosa di strutturale in Iran. Mercoledì il presidente Ebrahim Raisi incontrerà, in occasione della “Giornata dello studente”, gli studenti dell’Università di Teheran in quello che sarà il culmine degli scioperi.

 

 

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Foto di copertina: ANSA

 

Editor: Lorenzo Bossola.

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