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Iryna Vereschuk, la vice premier ucraina simbolo di coraggio e resistenza

Chi è la vice premier ucraina Iryna Vereschuk

Vice premier ucraina dal 4 novembre scorso, da quando è scoppiata la guerra Iryna Vereschuk ha abbandonato il tailleur blu e i tacchi. Oggi, infatti, si mostra solo in abiti militari e prende parte alla resistenza del suo popolo contro gli attacchi russi. Volto più noto del governo dopo quello del presidentissimo Volodymyr Zelensky, Vereschuk dà conto delle vittime civili e militari delle città sotto assedio e riprende i messaggi del premier, chiedendo sostegno all’Occidente e accusando i crimini di guerra di Putin.

Una carriera brillantissima e, come dimostra in questi giorni, un coraggio da vendere. Oggi è diventata un punto fermo per il popolo ucraino che tenta di resistere all’avanzata dei Russi.

Iryna Vereschuk: da studentessa e militare a vice premier ucraina

Ogni giorno Vereschuk informa gli Ucraini sullo stato dei corridoi umanitari. Un compito difficile e molto delicato, che riesce a svolgere sempre in maniera professionale e senza farsi travolgere dalle emozioni.

vice premier ucraina

Vice premier dallo scorso novembre, con un incarico da ministro per la reintegrazione dei territori temporaneamente occupati, Iryna Vereschuk è nata a Leopoli e lì ha trascorso maggior parte della sua vita. 43 anni, Laureata all’Istituto Militare del Politecnico e in legge, con specializzazioni in amministrazione statale e informazione internazionale. La sua carriera è iniziata dal basso fino a una costante ascesa.

Tra un esame e l’altro all’università, ha prestato servizio militare per cinque anni come ufficiale nelle forze armate. Poi, la carriera politica. A 30 anni è stata la più giovane sindaco donna dell’Ucraina, alla guida del suo Paese natale, Rava-Ruska, di 9 mila abitanti.

Iryna Vereschuk, vice premier ucraina simbolo di coraggio

Conservatrice ma con approccio cosmopolita, Vereschuk è stata soprannominata come la “Hillary ucraina“. Nelle elezioni del 2019 è entrata nella Rada, il parlamento ucraino, per il partito di Zelensky. Diventa così membro del comitato per la sicurezza nazionale, la difesa e l’intelligence, da cui fa il salto in avanti fino alla vicepresidenza. Emblematica la sua presa di posizione contro Stepan Bandera, patriota di estrema destra filonazista. “Questa figura storica non troverà mai posto nel pantheon degli eroi ucraini”, aveva detto.

Sposata in seconde nozze con un ufficiale delle forze speciali ucraine, oggi si trova in una località segreta con il figlio di 17 anni avuto dal primo matrimonio. Una fedelissima di Zelensky, figura chiave in un possibile processo di transizione se il governo dovesse spostarsi a Ovest.

La vecchia dichiarazione in favore di Putin

Nel 2013, prima ancora dei fatti di Piazza Maidan, e quindi prima che in Ucraina cambiasse tutto, Vereschuk affermava: “Putin? Se avessimo un politico del genere lo voterei. Fa del bene alla Russia e agisce nell’interesse del suo Paese. Che ogni presidente difenda il suo Paese in questo modo è naturale!”.

E ancora, sei anni dopo, a seguito dell’elezione, alla richiesta riguardante la adesione alla Nato, rispondeva: “Stiamo bussando a un porta chiusa e perdendo la nostra reputazione. Non possiamo andare dove non ci vogliono”.

Tutte parole per cui, nel corso del tempo, si è scusata pubblicamente. Ma, paradossalmente, quelle stesse parole corrispondono oggi ai sentimenti di una parte del popolo ucraino di fronte alla decisione Nato di negare la no fly zone sull’Ucraina.

 

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Editor: Susanna Bosio

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