Dizionario Opera

Isis

Con i loro riferimenti agli eventi politici contemporanei e alla vita della corte del Re Sole, le ‘prime’ delle tragédies en musique di Lully e Quinault suscitavano la curiosità di nobili e intellettuali, che facevano a gara a decifrare le allusioni più o meno esplicite contenute nei libretti. Nel caso di Isis furono in molti a scoprire un richiamo alle ultime vicende amorose di Luigi XIV: nella rivalità tra Giunone e Io, che costituisce il nucleo centrale dell’opera, pareva facile riconoscere la guerra in corso tra Madame de Montespan, che era stata l’amante del sovrano per dieci anni, e Madame de Ludres, la nuova favorita. I cortigiani avevano dunque nuova materia per i loro pettegolezzi: Madame de Sevigné, ad esempio, parlava nelle sue lettere di Madame de Ludres come della «bella Isis».

Il libretto, destinato a suscitare tanta irritazione a corte, era ispirato a un episodio mitologico narrato anche nelle Metamorfosi di Ovidio: la ninfa Io respinge il suo corteggiatore Hiérax perché è innamorata di Giove (Luigi XIV?), il quale promette di proteggere l’amata e di portare pace sulla terra. Nascondendo la propria gelosia, Giunone invita Io a salire in cielo, ma subito la affida alla sorveglianza di Argo dai cento occhi. Mercurio aiuta la ninfa a fuggire e trasforma Hiérax in un uccello per impedirgli di interferire. Giunone riesce però a compiere la sua vendetta: le Furie rapiscono Io e la sottopongono a mille torture, mentre la ninfa si chiede perché mai sia un delitto «amare ciò che tutto l’universo adora». Per salvarla, Giove promette fedeltà a Giunone e Io viene allora trasformata in Isis, divinità egizia.

Il prologo dell’opera, con il consueto elogio di Luigi XIV simboleggiato da Nettuno, non valse a difendere Quinault dal risentimento di Madame de Montespan: nonostante le sue proclamazioni di innocenza, il librettista venne esonerato dai servizi a corte e per qualche tempo non poté collaborare con Lully. Polemiche a parte, l’opera ebbe un discreto successo; la critica di Le Cerf de la Viéville, che la giudicò «troppo sapiente», e la definizione ‘opera dei musicisti’ coniata dai contemporanei sono spia di una particolare raffinatezza della partitura. Infatti Lully utilizza in modo efficace la tecnica dei richiami interni, ottenuti con la ripresa di frasi e sezioni musicali. La complessa articolazione delle scene può essere esemplificata dal terzo atto, in cui l’esteso divertissement ospita, in una sorta di ‘teatro nel teatro’, la storia di Pan e Syrinx, rappresentata per fare addormentare Argus; oppure dagli spettacolari cambi di scena del quarto atto, dove coro e ballerini accompagnano i personaggi dal «luogo più gelato della Scizia» a fucine ardenti nell’antro delle Parche. Nella prima di queste scene il Popolo delle terre gelide canta con voce tremante, quasi non riuscisse ad articolare il testo: Lully individua così il topos di una musica ‘glaciale’ che ritornerà in diversi compositori, da Purcell a Salieri.

Type:

Tragédie en musique in un prologo e cinque atti

Author:

Jean-Baptiste Lully (1632-1687)

Subject:

libretto di Philippe Quinault

First:

Saint-Germain-en-Laye, 5 gennaio 1677. Prologo: la Renommée (S), due tritoni (Hc, T), Neptune

Cast:

Hiérax (B), Pirante (Hc), Io (S), Mycène (S), Mercure (Hc), Iris (S), Jupiter (B), Junon (S), Hébé (S), Argus (B), Syrinx (S), Pan (B), Erynnis (Hc), la Famine (Hc), la Guerre (B), l’Inondation (Hc), l’Incendie (B), le Parche (

Signature:

c.p.

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