Israele avvia l’attacco di terra: la 98ª divisione dell’Idf invade il Libano
Israele avvia l’attacco di terra e muove le prime truppe oltre il confine del Libano. I paracadutisti e i primi commando armati hanno dato il via ad incursioni pianificate nell’area meridionale del Paese vicino, puntando ancora una volta su obbiettivi direttamente connessi ad Hezbollah.
È peraltro lo stesso Governo israeliano a dare conferma ufficiale del carattere localizzato e mirato dell’operazione. Il piano predisposto dalle forze militari ebraiche è infatti stato studiato per neutralizzare roccaforti e magazzini del gruppo paramilitare libanese.
Dall’Occidente, Italia compresa, la strategia israeliana viene accolta con un forte monito alla de-escalation. L’esecutivo di Gerusalemme però per il momento tira dritto e prosegue l’invasione. Più vicina ad Israele invece è la posizione degli Stati Uniti, che definiscono “rischiosa ma legittima” l’operazione voluta dal premier israeliano Benjamin Netanyahu.
Israele invade il Libano: le prime forze dell’Idf hanno avviato l’attacco di terra
Iniziata operazione di terra mirata e limitata nel sud del Libano
Questa la comunicazione ufficiale diramata dalle forze militari israeliane, e adoperata per spiegare l’avvio dell’attacco di terra oltre il confine del Libano. Un’operazione che a detta di Israele non avrà dunque i caratteri dell’occupazione.
Obbiettivo dichiarato delle forze militari ebraiche rimane infatti quello di colpire in maniera capillare le roccaforti di Hezbollah, sparse per le regioni meridionali del Libano. Gli aggettivi impiegati dall’Idf per descrivere l’avvio di tali incursioni vanno perciò proprio in tale direzione:
limitate, localizzate e mirate
Al momento sarebbero già partite la 98°divisione di paracadutisti, un corpo d’elitè dell’esercito israeliano, e alcune brigate Commando. A queste forze terrestri si sommano inoltre gli ormai consueti raids aerei, che sono già costati centinaia di morti alla popolazione libanese.
Alcuni missili di provenienza israeliana sarebbero stati lanciati anche verso la Siria. A Damasco avrebbe perso la vita anche un giornalista e conduttore televisivo. La notizia, rilanciata dai media locali, attende ulteriori conferme.
Israele avvia l’attacco di terra: focus sul Libano orientale, intanto Hezbollah risponde
Sarà azione mirata contro obiettivi di Hezbollah
Questa di nuovo la conferma da parte delle forze militari israeliane circa il carattere dell’attacco partito poche ore fa e diretto, via terra, nella porzione meridionale del Libano. Ad accompagnare l’avanzata terrestre di uomini e mezzi ecco anche i continui attacchi di artiglieria, portati sino alla periferia sud della capitale Beirut, già pesantemente colpita nei giorni scorsi.
Le truppe israeliane si stanno muovendo verso il Libano orientale, area nella quale sarebbero presenti diverse infrastrutture collegate ad Hezbollah. Intanto proprio il gruppo paramilitare reagisce e risponde agli attacchi israeliani con una serie di reazioni nell’area di Metula, nel settore nord di Israele.
Anche a Tel Aviv i boati dei razzi continuano a risuonare pure durante le ore notturne. L’Idf ha reso noto in tal senso di aver intercettato e neutralizzato in prossimità dell’Alta Galilea due razzi lanciati dal Libano e ritenuti di provenienza diretta di Hezbollah.
Colpiti siti di produzione di armi Hezbollah a Beirut
Questa invece la nota ufficiale con cui l’esercito israeliano rende noti i principali obbiettivi raggiunti nell’area meridionale del Libano, confermando che gli sforzi bellici aerei e terrestri rimangono finalizzati a colpire al cuore Hezbollah.
Israele e l’invasione del Libano: l’Occidente invoca la de-escalation, gli Stati Uniti “legittimano” l’operazione
La notizia dell’invasione via terra del Libano da parte delle forze militari israeliane era nell’aria da giorni. L’atto di via delle operazioni belliche ha comunque provocato reazioni variegate tra i leader e le principali figure politiche dell’Occidente.
Anche in Italia l’eco di quanto sta accadendo in Medio Oriente arriva forte e chiaro, causando ansie e timori soprattutto rivolti alle forze militari del Bel Paese presenti nella zona. In tal senso arrivano rassicurazioni da parte del ministro della Difesa Guido Crosetto, che comunque definisce l’intera situazione come “delicata”.
Sto seguendo da vicino la drammatica situazione in Libano in contatto costante con i ministri della difesa e degli esteri
Queste invece le parole pronunciate dalla premier Giorgia Meloni, che pone l’accento sulla salvaguardia dei civili e sulla ferma necessità di stabilizzare l’area di confine tra Israele e Libano. Il termine adoperato dal presidente del Consiglio è in questo senso quello di de-escalation.
Lo stesso termine peraltro è stato utilizzato da Antony Blinken, segretario di Stato americano. Le forze statunitensi sarebbero state preventivamente informate dell’intera operazione e avrebbero avallato la strategia del Governo di Benjamin Netanyahu.
L’operazione di Israele è rischiosa ma in linea col diritto di difendersi, difendere i propri cittadini e di riportare i civili nelle loro case in sicurezza. L’espansione della missione è limitata a distruggere l’infrastruttura di Hezbollah
Dichiarazioni che rimbalzano da Washington e che sembrano dare legittimità all’invasione. Secondo fonti interne però il presidente Joe Biden sarebbe preoccupato delle possibili conseguenze internazionali, ma avrebbe al contempo ricevuto rassicurazioni dall’esecutivo israeliano.
Conclusione: Israele avvia l’attacco di terra, la 98ª divisione dell’Idf invade il sud del Libano
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