Italia Tunisia lo scenario parte II
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Italia Tunisia lo scenario

Italia Tunisia lo scenario

La scenario che si profila a Tunisi è tutt’altro che roseo, per dirla con un eufemismo. Martedì 21 u.s. il Ministro Tajani ha annunciato lo stanziamento di 110 mln € dal governo italiano per rafforzare la stabilità nello stato nordafricano. Il nostro Paese ha dunque deciso di prendere in pugno la situazione cercando disperatamente di prevenire uno scenario che si prefigura catastrofico, se già la situazione non merita tale attributo.

Muovendosi in anticipo si cerca di guadagnare tempo e mettere pressione al FMI che al momento osteggia il salvataggio della Tunisia non concedendo il prestito da quasi 2 mld di dollari che lo Stato africano necessita disperatamente.

Procediamo con ordine facendo una rapida panoramica dell’evolversi politico. Il presidente Kais Saied il 25 luglio 2021 ha preso “pieni poteri” all’interno di una crisi istituzionale concertata.

Per celebrare ha rassicurato tutti con una celebre citazione del generale De Gaulle, come riporta Pierre Henski per Internazionale: «Alla mia età non comincerò certo una carriera da dittatore». Non sono in molti a credergli, soprattutto dopo le esternazioni violentemente razziste che additano un fantasmatico complotto teso alla “alterazione della composizione demografica” del Paese.

A queste affermazioni hanno fatto seguito scontri e persecuzioni nei confronti dei migranti subsahariani che risiedono, transitoriamente o meno, nel Paese. Lo sdegno internazionale ha levato un coro di voci unanime nel condannare il tentativo di Saied di dirottare l’opinione pubblica contro un nemico esterno piuttosto che ammettere lo stato di totale confusione in cui annaspa il governo.

La situazione è talmente esasperata che alcuni Stati come Costa d’Avorio, Mali, Gabon e Guinea hanno organizzato voli per rimpatriare i propri cittadini emigrati in Tunisia per lavorare o venire in Europa. Si noti bene che tutti i Paesi citati hanno in vigore policies diplomatiche per cui non è necessario avere un visto per entrare in Tunisia.

 

Tunisia Italia lo scenario

A quelli già citati si aggiungono Benin, Burkina Faso, Guinea Equatoriale e Bissau, Costa d’Avorio, Libia, Mali, Mauritania, Namibia, Nigeria, Senegal, SudAfrica.

Quindi se si proviene da questi Stati è sufficiente avere un passaporto per entrare nel Paese, che costituzionalmente garantisce accesso alla sanità e all’istruzione. E tuttavia gli accessi illegali sono numerosi, organizzati da cellule criminali contro le quali l’establishment non si muove.

Rihab Boukhayatia, riporta Internazionale, spiega che la maggior parte delle vittime della tratta sono ivoriani. Questa situazione prosegue già da due mesi ma naturalmente non tutti decidono di tornare a casa: molti scappano verso l’Europa. I numeri dell’esodo sono impressionanti e li vedremo poco oltre.

Il 6 marzo il braccio secolare del FMI, ovvero la Banca Mondiale, ha sospeso ogni forma di partenariato con il governo di Tunisi. Lo ha fatto esplicitamente per le dichiarazioni razziste e istigatrici di violenza del suo ambiguo presidente. Tunisi è sull’orlo del default.

Non riesce a ripagare le importazioni e mancano alimenti di prima necessità come pasta e zucchero (Fonte: Internazionale). I migranti sub-sahariani sono divenuti il capro espiatorio in un quadro politico economico che deteriorandosi ulteriormente porterebbe il paese al fallimento. Si respira un clima di panico generalizzato.

Secondo le dichiarazioni di un trafficante raccolte da ArabNews la percezione che le persone hanno è quella di un’ultimatum a scappare fintantoché sono in tempo.

Sempre riportando da ArabNews, che cita fonti del Ministero degli Interni italiano, «i dati…indicano che le traversate dalla Tunisia all’Italia sono cresciute del 788% rispetto al medesimo periodo dell’anno passato, per un totale di 12083 individui sbarcati sulle coste italiane nel periodo che va dall’1/01 al 13/03 — un terzo del totale registrato nell’intero 2022». Stiamo parlando di 12.083 persone su un totale di 20.000 arrivi.

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