jan fabre
Arte

Jan Fabre – artista controverso 1958

Jan Fabre

LA CARRIERA

Coreografo, regista teatrale e scenografo, Jan Fabre è sicuramente un artista che si contraddistingue per versatilità e originalità. Nato ad Anversa il 14 dicembre del 1958, ha intrapreso presto una carriera artistica studiando in prestigiosi Istituti d’Arte. È a poco più di 20 anni che ha iniziato a dirigere i suoi primi spettacoli, riscuotendo subito un grande successo.

LE PERFORMANCE

I lavori teatrali si concentrano sull’esperienza della corporeità, e le sue performance agli esordi seguivano il filone della body-art. Come nel caso di My body, my blood, my landscape (1978), disegno realizzato su carta con una matita e il sangue dell’artista. Nell’opera l’idea del corpo è suggerita dai vestiti e dagli schizzi di sangue che li ricoprono.

LE ARTI VISIVE

Nelle visual arts invece Jan Fabre si serve di insetti per dare forma alle sue creazioni. L’idea alla base di questa scelta è che questi rappresentino la metamorfosi e che per questo motivo possano essere metafora dell’opera artistica. Inoltre l’artista, secondo le sue stesse parole, sarebbe nipote del famoso entomologo Jean-Henri Fabre, nonostante non risultino prove di questo legame di parentela. Esclusa l’omonimia, sarebbe infatti solo l’ispirazione che Fabre trae dal presunto antenato a tenerli uniti.

LE CONTROVERSIE

Ma c’è un punto su cui Jean-Henri e Jan si discostano in modo piuttosto netto. Lo studioso era infatti un forte sostenitore del rispetto nei confronti degli animali e credeva dovessero essere lasciati liberi nel loro ambiente naturale. Al contrario Jan Fabre è stato spesso al centro di controversie per essersi servito di animali, anche in modo violento, per dare vita alle sue performance. Particolarmente discusso è stato lo spettacolo messo in scena ad Anversa nel 2012 dall’artista belga e durante il quale alcuni felini erano stati lanciati in aria. Il pubblico presente non ha colto la sfumatura artistica del maltrattamento dei felini e lo show si è concluso con l’aggressione di Fabre.

Nonostante la discutibilità etica delle produzioni di Jan Fabre, l’artista resta sempre coerente nella sua volontà di superare i limiti fisici e morali del nostro tempo.

«Voglio diventare quello di cui vivo diventando quello che voglio, modificandomi, liberandomi di sensazioni ed emozioni ormai note, cercando un nuovo corpo», afferma Fabre, e invita anche noi fare lo stesso, a combattere per superare i nostri limiti di gusto e senso, mentali e fisici, innanzitutto avvicinandoci alle sue opere che richiamano spesso i nostri incubi e paure.

Jan Fabre dialoga con Caravaggio a Napoli

 

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