Arte

Jean-Michel Basquiat al Mudec

Jean-Michel Basquiat al Mudec. Al pittore graffitista di origini caraibiche Basquiat , morto nel 1988 a 27 anni, è dedicata una ricca retrospettiva, al Mudec – Museo delle Culture di Milano

Jean-Michel Basquiat al MudecL’iniziazione di Jean-Michel Basquiat è precoce. Gli piace disegnare fin da bambino: “Non so quello che voglio né come ottenerlo…”. Per scoprirlo scappa da casa e gira gli States in autostop, conosce artisti e frequenta studi, poi rientra a New York e pianifica l’ascesa nel bel mondo. Una mostra da Annina Nosei raccoglie entusiasmi anche oltreoceano. Lo precettano Bischofberger in Svizzera e la galleria Delta di Rotterdam. Perché dipinge? In un’intervista ammette che l’80 per cento dei suoi lavori nascono da un sentimento di rabbia contro i soprusi subiti dalla persone di colore. Dagli schiavi agli artisti neri famosi come lui che “non riesce nemmeno a fermare un taxi per strada”.

Fine anni’70, un flash sparato nella notte immortala “Radiant Child”, nome d’arte coniato da un giornalista per l’artista, nato a Brooklyn il 22 dicembre 1960. Eccolo, braccato come un topo da un poliziotto della Grande Mela mentre striscia nelle fogne della Subway. E’ già famoso, ben quotato, protetto da un critico d’arte che conta, Henry Geldzahler. Corpo atletico, treccine afro, occhi persi da scricciolo impaurito, gli occhi disperati di “Jimmy Best”, un giovane nero la cui vita è stata rovinata dalla reclusione in riformatorio.

Jean-Michel Basquiat al Mudec. Il ritratto di “Jimmy mandato a tappeto da un pugno

 

Il ritratto di “Jimmy mandato a tappeto da un pugno imprevisto dei suoi ricordi d’infanzia”, del 1981, è uno dei quadri più emblematici di Basquiat, artista sempre sull’orlo del baratro, istintivo, definito ora il Van Gogh moderno ora il James Dean della pittura, diventato di culto ancor prima di morire, di overdose, il 12 agosto del 1988, a soli ventisette anni. Dall’’82 all’85 è il periodo del riscatto dei “blacks” (maschere minacciose che mostrano i denti digrignanti) dei “re incoronati” (i ritratti dei pugili Muhammed Alì, Sugar Ray Robinson), le sue opere più belle.

Al pittore di origini caraibiche, è dedicata una ricca retrospettiva, al Mudec – Museo delle Culture di Milano. Le origini, la rabbia e l’orgoglio nero, il denaro (tanto) e la droga (troppa) sono raccontati in una selezione di quadri, disegni, oggetti e fotografie cult del lubrico parterre newyorkese in cui si è sviluppata l’arte dell’underground, con scatti rubati tra le quinte dei locali più in voga di Manhattan Downtown.

Jean-Michel Basquiat al Mudec adorava fare l’alba con gli amici

Jean-Michel adorava fare l’alba con gli amici Mick e Bianca Jagger, Madonna, David Byrne, John Lurie e Diego Cortez, Francesco Clemente e il clan pop di Andy Warhol, che lo accoglierà nella sua Factory, irretendolo in un rapporto edipico e distruttivo. Incontra Keith Haring, il genio dei graffiti. Che dirà di lui: “Tutti e due ci portiamo la morte addosso: io con dolcezza e rassegnazione, Basquiat con furore”.

 

Jean-Michel Basquiat

dal 28 ottobre al 26 febbraio 2017

 MUDEC, Museo delle Culture, di Milano, Via Tortona 56

 

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